Cinque palloncini ad attendere il feretro fuori dalla chiesa dell’Immacolata di San Severo. Cinque come il numero dei figli che la povera Celeste Palmieri, l’ennesima vittima di femminicidio, uccisa a 56 anni dal marito, Mario Furio, che subito dopo si è tolto la vita, lascia. Il dolore straziante dei cari e dell’anziana madre, giunta da Milano dove vive per la cosa più innaturale per un genitore: presenziare al funerale di un figlio. Un mare di gente ha voluto tributare l’ultimo saluto alla donna, sindaco Lidya Colangelo in testa. Che mette in discussione l’uso del braccialetto elettronico in una tragedia che non era a suo dire inevitabile.
A celebrare il rito funebre il Vescovo della diocesi di San Severo, Monsignor Giuseppe Mengoli. Nella sua omelia anche un particolare svelato da Celeste Palmieri nei giorni precedenti allq sua morte.
Una morte che ha sconvolto l’intera città di San Severo, che oggi si interroga sul perché e su come sia potuta accadere una tragedia simile.
San Severo che non è nuova a dolori simili. Quel dolore che oggi rivive Giuseppe Perillo, papà di Roberta, uccisa ad appena 32 anni, sempre a San Severo, l’11 luglio del 2019 dall’ex fidanzato.
Le lacrime dei figli, il dolore lancinante della mamma. E il saluto con la colonna sonora della sua canzone preferita prima del volo verso il cielo. Lì dove Celeste troverà finalmente pace…
INTERVISTE:
Lidya Colangelo – Sindaco di San Severo
Giuseppe Perillo – Papà di Roberta Perillo