Potrebbero arrivare ad una svolta le indagini sull’omicidio di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista di 63 anni ucciso a colpi di pistola, la sera del 18 dicembre scorso, nel quartiere Poggiofranco di Bari. Dopo l’immediata esclusione della pista legata alla criminalità organizzata, gli inquirenti avrebbero definitivamente archiviato anche un’altra ipotesi: quella della ritorsione per motivi passionali. Dall’analisi del telefono cellulare della vittima, non sarebbero emersi infatti elementi che possano ricondurre ad una relazione extraconiugale clandestina del 63enne, ipotesi questa che si era fatta largo nei giorni successivi al delitto. Resta in piedi invece la pista della vendetta per motivi personali.
Gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal pm della Procura di Bari, Matteo Soave, stanno lavorando da più di un mese nel tentativo arrivare all’assassino, al momento ancora senza un nome.
L’uomo venne ucciso sotto casa, in via Tauro. Dopo aver lasciato l’auto nell’area parcheggio di una scuola, si stava incamminando verso la sua abitazione, con in mano le buste della spesa, quando venne raggiunto da alcuni colpi di pistola, una Beretta calibro 7,65. Un agguato avvenuto probabilmente al termine di una breve discussione tra la vittima e il killer.
Dopo aver sparato, l’assassino si era allontanato a bordo di un’auto, senza lasciare traccia. Un delitto avvolto nel mistero, consumato in una zona, oltretutto, priva di telecamere di videosorveglianza, circostanza questa che sta rendendo ancora più complicata l’attività investigativa.
Incensurato, professionista conosciuto e stimato, Di Giacomo lavorava presso il Policlinico di Bari e in uno studio medico nel quartiere San Pasquale. Aveva una moglie e due figli. Familiari e colleghi del fisioterapista sono stati ascoltati più volte dagli inquirenti, a partire dalle ore immediatamente successive all’omicidio, ma dalle loro dichiarazioni non sarebbero emersi elementi utili alle indagini.