Ci sarebbe la mano dell’uomo dietro il gigantesco incendio che, martedì scorso, è divampato tra Vico del Gargano ed Ischitella, mandando in fumo ettari di boschi e macchia mediterranea. È questo il sospetto della Procura di Foggia, che ha aperto un fascicolo di inchiesta per fare luce sul misterioso rogo, che ha distrutto una grossa parte del patrimonio naturale del promontorio del Gargano. Il procedimento è a carico di ignoti.
Dai primi elementi raccolti dagli inquirenti, sarebbe poco percorribile la pista delle cause naturali, come l’autocombustione, così come quella delle cause accidentali, come un mozzicone di sigaretta o possibili fiamme non controllate.
Il rogo è partito infatti da una zona particolarmente impervia del Gargano, in località Mannarelle, difficile da raggiungere e poco conosciuta e frequentata, soprattutto dai turisti.
Più probabile l’ipotesi del piromane, conoscitore del posto, sparito nel nulla dopo aver dato alle fiamme la vegetazione. L’incendio, durato più di 24 ore, con vari fronti di fuoco, ha visto impegnati decine di Carabinieri Forestali, uomini dell’Arif, vigili del fuoco e operatori della sicurezza antincendio boschivo. Un esercito di militari e volontari arrivati da diversi comuni del promontorio.
Fortunatamente non si sono registrate vittime ma i danni all’ambiente, oltre che all’economia e al turismo, sono salatissimi. Più di 500 ettari di vegetazione andati completamente distrutti, con decine e decine di alberi rasi al suolo dalle fiamme, spinte dal vento. Secondo le primissime stime di Coldiretti, per ricostituire i boschi e perché tutto ritorni come prima, ci vorranno almeno 15 anni.