Sarebbe stato un muratore foggiano di 44 anni, Donato Romano, a fare fuoco e ad uccidere Giovanni Mastropasqua, il 50enne fruttivendolo di Foggia morto la mattina dello scorso 19 giugno in via Zuretti, in pieno centro, a causa dell’esplosione di un colpo di pistola alla nuca mentre era a bordo della sua auto. Indagini chiuse, per quanto ricostruito, Donato Romano, incensurato, era a quanto pare debitore della vittima. Si presentò all’incontro con Mastropasqua per discutere dei soldi che avrebbe dovuto restituirgli e fu arrestato poche ore dopo grazie ad una telecamera del circuito di videosorveglianza della zona che riprese quanto accadde in quei concitati frangenti. Confessò di aver sparato perchè in preda al panico, dicendo di sentirsi minacciato da Mastropasqua che due mesi prima gli aveva prestato 1500 euro per l’acquisto di materiale da lavoro. Il debito, però, a suo dire, era lievitato a 4500 euro ed era stato seguito, a dire di Romano, da presunte minacce di morte. Donato Romano, difeso dall’avvocato Monica Scaglione, è accusato di omicidio premeditato. L’arma, una pistola scacciacani, fu ritrovata un mese dopo in un box che, per l’accusa, era nella disponibilità dell’indagato. Nei prossimi 20 giorni il legale, che punta a far cadere la premeditazione, avrà la possibilità di chiedere ulteriori indagini, un nuovo interrogatorio dell’indagato e presentare memorie. L’udienza preliminare si celebrerà nei primi mesi del 2026.
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