Un bar-tabacchi che è diventato il simbolo della resilienza di quella parte buona di una città, Foggia, che non intende piegarsi alla criminalità. Un simbolo, però, colpito ancora, di notte, quando alcuni balordi hanno provato con un grosso masso a sfondare la porta d’ingresso puntando dritto alla cassa automatica. Danni notevoli ma soprattutto un gesto, vile e criminale, che ha indignato chi non ha dimenticato il dolore e le lacrime versate in quell’attività. Oggi gestita da Alfredo Traiano, un giovane 26enne foggiano che le fatalità hanno provato, senza riuscirci, a piegare. Alfredo è il nipote di Francesco Traiano, rimasto ucciso a 38 anni, dopo 23 giorni di agonia, in seguito ad una violenta rapina subita all’interno del bar-tabacchi di via Dorso.
Un destino beffardo ed un’infanzia difficile, quella di Alfredo, cresciuto senza la mamma, Giovanna Traiano, ammazzata anche lei con un colpo di pistola sparatole alla testa nel 2023 nella canonica della chiesa Beata Maria Vergine di Foggia dall’ex marito e padre di Alfredo, che appena compiuti 18 anni decise in autonomia di mutare il cognome, prendendo quello materno in omaggio ai nonni che lo hanno cresciuto e che da sempre considera dei supereroi. Proprio come supereroe è ritenuto lui. Della mamma Giovanna restano dei giardini, ubicati tra via Salvo D’Acquisto e piazza Scaramella, in suo ricordo. Dello zio Francesco un’attività commerciale, diventata simbolo di chi non soccombe alla criminalità. Il giovane Alfredo invece è l’emblema di chi, sia pure stanco, indomito, non molla. E da Foggia non scappa.