Cronaca

FOGGIA | Tabaccaio accoltellato a morte durante una rapina, al via il processo. Confessa l’assassino minorenne: “Non volevo uccidere”

“È stata una disgrazia. Avevo un coltello per spaventare ma non volevo uccidere. Non era quello che doveva succedere”. Ha confessato in aula, davanti al gup del Tribunale per i Minorenni di Bari, l’assassino di Francesco Traiano, il titolare di un bar-tabaccheria di  Foggia, morto il 9 ottobre 2020 a causa delle gravi ferite riportate durante una rapina compiuta circa un mese prima nel suo locale.

Alla sbarra, nella prima udienza del processo per il delitto, il 17enne cerignolano Antonio Pio Colucci, arrestato dalla Polizia il 25 febbraio scorso con le accuse di omicidio volontario, concorso in rapina e furto d’auto. Sarebbe stato lui, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, a sferrare la coltellata mortale alla vittima, che aveva opposto resistenza al gruppo di rapinatori.

Oltre al minorenne, facevano parte della banda anche Antonio Bernardo di 24 anni, Simone Pio Amorico di 22, e poi Christian Consalvo e Antonio Tufo, entrambi 21enni. Il processo a carico dei quattro è cominciato ieri, davanti alla Corte d’Assise di Foggia. Gli imputati hanno chiesto nuovamente di essere giudicati con rito abbreviato, istanza già rigettata dal giudice in sede di udienza preliminare.

Con ruoli e responsabilità differenti, i cinque giovanissimi hanno tutti preso parte o collaborato alla rapina nel bar-tabaccheria, poi sfociata nell’omicidio di Francesco Traiano.

In base a quanto accertato dagli inquirenti, in tre, Colucci, Tufo e Bernardo fecero irruzione nel locale, mentre Consalvo aspettava in macchina. L’unico a non essere presente sulla scena del delitto era Amorico, che risponde infatti del solo reato di favoreggiamento.

Il titolare tentò inutilmente di impedire ai malfattori di aprire il registratore di cassa: nella colluttazione che ne seguì, l’uomo venne accoltellato al volto dal minorenne e poi preso ripetutamente a calci anche quando era ormai a terra, esanime. Un assalto portato a termine con una violenza inaudita per un bottino di non più di un centinaio di euro e una manciata di biglietti “Gratta e Vinci”. 

Gli imputati torneranno in aula il prossimo 9 luglio. Nel processo si sono costituti parte civile i familiari della  vittima, il Comune di Foggia, la Camera di Commercio e la Regione Puglia.

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