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Cronaca

“I killer di Paolo Stasi volevano uccidere anche sua madre”, le motivazioni del gip sugli arresti di Francavilla Fontana

Dopo aver ucciso Paolo Stasi per un debito di droga di 5mila euro, erano pronti a far fuori anche sua madre, Annunziata D’Errico, perché secondo loro era l’unica persona che poteva collegarli alla morte del figlio. Emergono nuovi dettagli sull’arresto dei tre giovani per l’omicidio del 19enne di Francavilla Fontana, freddato il 9 novembre 2022 in via Occhibianchi sotto casa con due colpi d’arma da fuoco al torace. Dei tre arrestati, sono due quelli ritenuti gli esecutori materiali della morte del 19enne: Luigi Borracino, 18 anni e all’epoca dei fatti minorenne, colui che avrebbe fatto fuoco, e Cristian Candita, 21 anni, al volante dell’auto usata per raggiungere l’abitazione di Stasi e poi fuggire. Le intercettazioni nei loro confronti hanno fatto emergere la volontà di uccidere ancora per evitare l’arresto. Il loro obiettivo era la madre di Paolo Stasi, anche lei indagata ma per detenzione in concorso di stupefacenti. Il gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, definisce emblematica la conversazione avvenuta tra i due indagati. Borracino voleva sparare anche alla madre di Stasi, mentre Candita cercava di dissuaderlo suggerendo al suo compagno di agire più in là nel tempo, ben sapendo che intorno al loro si stringeva il cerchio delle indagini. Queste le motivazioni che hanno fatto scattare le misure cautelari. Secondo il gip, infatti, se lasciati liberi avrebbero potuto reiterare i reati e inquinare le prove. Il giudice li ha definiti come «portatori di una capacità a delinquere così spiccata da imporre la custodia in carcere». Nell’ambito dell’inchiesta una ragazza di 24 anni, fidanzata di uno dei due presunti esecutori dell’omicidio, è finita ai domiciliari. Per altri due giovani è scattato l’obbligo di dimora, tra cui un 20enne che ha avrebbe preso il posto di Stasi nella custodia della droga. Annunziata D’Errico, madre di Paolo, risponde di detenzione in concorso di stupefacenti. E proprio la droga, secondo le indagini, sarebbe il movente dell’assassinio del 19enne. La stessa che per gli inquirenti veniva custodita anche in casa Stasi.

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