Cronaca

Il narcotraffico di Andria in mano alle mogli dei Pistillo, l’intercettazione: “Questo paese è nostro”

Con i mariti in carcere da oltre vent’anni, avevano preso in mano la gestione del traffico di stupefacenti e dei guadagni del clan, divenendo le regine incontrastate del sodalizio. Ci sono tre donne a capo del gruppo criminale smantellato questa mattina ad Andria in un blitz dei carabinieri i cui dettagli sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa in Procura a Bari. Si tratta di una 37enne ed una 40enne, mogli dei due fratelli boss Pistillo attualmente in carcere dall’anno 2000 per omicidio ed altri vari reati, e poi ancora una donna di 39 anni. Tutte e tre sono state arrestate in una vasta operazione antimafia che ha portato in carcere complessivamente 20 persone, quasi tutte andriesi, mentre altre 5 risultano indagate. Le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Bari, coordinate dalla Procura barese e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sono partite l’11 febbraio del 2020 quando l’auto di un carabiniere in servizio ad Andria venne data alle fiamme a Ruvo di Puglia. Da lì sono partite le attività investigative che hanno portato alla luce l’attività di stampo mafioso del clan Pistillo, la sua struttura gerarchica a trazione familiare e il dominio sul narcotraffico del Nordbarese. Particolarmente violenta la condotta degli indagati ed in particolare delle donne a capo, pronte a difendere il proprio territorio di spaccio anche con l’utilizzo di armi. “Questo paese è nostro”, ha detto una di loro durante un conversazione telefonica intercettata. Le tre donne, che erano anche madri, intervenivano con fermezza quando all’interno dello stesso clan c’era divergenze sulla spartizione del denaro. Con i guadagni del traffico di droga, infatti, provvedevano ad alimentare l’intero clan, e “comprare” anche il silenzio di chi veniva arrestato. E’ il caso del proprietario di un garage di Andria in cui i carabinieri hanno scoperto e sequestrato diversi quantitativi di droga e armi. Dopo l’arresto il clan gli ha garantito denaro nel timore che potesse diventare collaboratore di giustizia. Tra i vari sequestri i militari hanno recuperato in tutto 3 chili di tritolo, 6 pistole, un fucile semiautomatico, circa 500 munizioni, 24 chili di marijuana, 15 di hashish e un chilo di cocaina. Le indagini si sono focalizzate sulle attività illecite compiute tra il 2019 ed il 2020. Secondo gli investigatori le donne arrestate avevano sostituito a tutti gli effetti i capiclan rilanciando a pieno l’attività illecita del sodalizio, non limitandosi alle semplici istruzioni dei mariti dal carcere.

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