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Cronaca

Incendio Marina di Pulsano costato la vita ad una 86enne: piromane resta in carcere per “scarso autocontrollo”

Il piromane che il 30 luglio scorso ha appiccato le fiamme nella marina di Pulsano, dando vita al vasto incendio che uccise l’86enne di origini andriesi Rita Fasanella, resta in carcere perché insofferente «al rispetto delle regole» e perché caratterizzato da «una scarsa capacità di autocontrollo» e la «conseguente inidoneità della misura degli arresti domiciliari a scongiurare il pericolo di commissione di altre azioni sconsiderate». È quanto scrive il Tribunale del riesame nelle motivazioni dell’ordinanza con la quale il 22 agosto scorso è stata confermata la custodia cautelare in carcere per il 67enne Pasquale Tomai Pitinca che ha confessato di aver appiccato le prime fiamme. L’incendio distrusse ettari di vegetazione, strutture e anche la villetta in cui si trovava l’anziana donna che, pochi giorni dopo l’incendio, ha perso la vita in ospedale a causa delle gravi ferite. Pasquale Tomai Pitinca è accusato di incendio doloso e della morte della donna come conseguenza del rogo. Se «non avesse lanciato la pallina di carta infuocata sul terreno incolto, non si sarebbe prodotto alcun incendio, non si sarebbe reso necessario l’intervento (non andato a buon fine) dei Vigili del fuoco, la casa non sarebbe stata attinta dalle fiamme, Fasanella Rita non avrebbe riportato alcuna ustione e non sarebbe morta», spiega il Riesame. La difesa del 67enne aveva puntato sul fatto che i vigili del fuoco, quel giorno, sarebbero andati via senza aver domato totalmente le fiamme. Ma per il Riesame l’indagato «nel momento in cui ha appiccato l’incendio, non poteva certamente fare sicuro affidamento sul pronto e risolutivo intervento dei vigili del fuoco, essendo appunto caratteristica proprio di ogni incendio la difficoltà di spegnimento». Gli obiettivi perseguiti da Tomai Pitinca, si legge ancora nelle carte, sono stati «interessi di carattere egoistico», poiché anziché contattare le autorità competenti denunciando il degrado del terreno comunale dinanzi alla sua proprietà, «ha deciso di provvedere da sé» e «lo ha fatto, non in un giorno qualunque, bensì il 30 luglio – quindi in pieno periodo estivo, poco dopo mezzogiorno, nonostante spirasse un forte vento». 

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