Cronaca

Inchiesta corruzione elettorale, revocati i domiciliari all’ex vicesindaco di Triggiano. Indagini estese alle elezioni di Altamura

Revocata la misura degli arresti domiciliari per l’ex vicensindaco di Triggiano, Vito Perrelli e per i figli Piergiorgio Andrea e Alberto Leo, accusati di aver fatto parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale durante le amministrative di Triggiano del 2021. Mercoledì scorso, in sede di interrogatorio di garanzia, avevano risposto a tutte le domande di gip e pubblici ministeri, respingendo ogni accusa. Il giudice per le indagini preliminari di Bari, Paola Angela De Santis, ha rilevato l’insussistenza delle esigenze cautelari nei confronti dei tre indagati: a pesare, anche la circostanza che Perrelli non fosse più vicesindaco da tempo. Oggi, dopo dieci giorni ai domiciliari, torneranno in libertà. L’inchiesta della Procura di Bari riguarda la presunta associazione a delinquere che sarebbe stata promossa e diretta dal fondatore del movimento politico ‘Sud al Centro’, Alessandro Cataldo, anch’egli ai domiciliari. Cataldo è il marito dell’ex assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, indagata a piede libero. Ai domiciliari c’è anche l’ex sindaco di Triggiano Antonio Donatelli, dimissionario e sospeso dalla carica dalla Prefettura. La temporanea gestione del Comune è stata affidata al viceprefetto Giuseppina Ferri. Per la procura, l’associazione avrebbe inquinato le elezioni amministrative di BARI (2019), Grumo Appula (2020), Triggiano (2021) e le regionali del 2020. Negli scorsi giorni i carabinieri hanno esteso le indagini anche al comune di Altamura mettendo nel mirino le elezioni amministrative del 2023 vinte da Antonio Petronella per soli 18 voti in più al ballottaggio contro Giovanni Moramarco. A sostenere la variegata coalizione di Petronella, il presidente della Regione, Michele Emiliano, l’assessore regionale Gianni Stea, l’ex senatore Massimo Cassano, l’on. Rossano Sasso della Lega ed anche Alessandro Cataldo, tra i riferimenti della lista “Altamura al Centro” che ha poi espresso due consiglieri comunali. I militari hanno interrogato una decina di elettori come persone informate dei fatti con l’obiettivo di comprendere se alcune preferenze siano state comprate sulla falsariga di quanto riscontrato nelle altre inchieste. Al momento non è stata formulata alcuna ipotesi di reato.

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