E’ scattata dalla denuncia di una mamma, determinata a vederci chiaro dopo il repentino cambio di atteggiamento e di umore della propria figlia minorenne, la maxi operazione della Questura di Bari contro la prostituzione minorile che ha visto impegnati stamani gli Agenti della Squadra Mobile del capoluogo tra Bari, Trani, Lecce e Roma.
Le forze dell’ordine hanno eseguito un provvedimento cautelare a carico complessivamente di dieci persone. Quattro donne baresi di età compresa fra i 21 e i 35 anni, Marilena Lopez, Antonella Albanese, Federica Devito ed Elisabetta Manzari, il 29enne barlettano Ruggiero Doronzo e il 25enne barese Nicola Basile dovranno rispondere delle pesanti accuse in concorso di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di tre ragazze minorenni, attività dalla quale avrebbero tratto ingenti profitti.
Misure cautelari anche per tre clienti, due dei quali leccesi e l’altro tranese: due di loro, che consapevoli della minore età delle ragazze non hanno comunque esitato a consumare rapporti sessuali in cambio di danaro, sono finiti agli arresti domiciliari, mentre per il terzo è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Stessa misura nei confronti di un altro barese, gestore di una struttura ricettiva in cui veniva esercitata abitualmente l’attività di prostituzione.
Le indagini sono state avviate dalla Squadra Mobile nel marzo 2022 a seguito della denuncia presentata dalla mamma di una 16enne, che aveva notato comportamenti anomali nella figlia e riscontrato la sua frequentazione con una maggiorenne, quest’ultima descritta come escort operativa nelle Marche. Attraverso pedinamenti, appostamenti, intercettazioni ed una serie di audizioni, comprese quelle delle minori coinvolte nella prostituzione, eseguite con l’ausilio di psicologhe, sono stati acquisiti gli elementi investigativi che hanno condotto all’operazione di polizia.
I fatti si sono consumati in alcuni alberghi, anche di lusso, e B&B della provincia di Bari, a partire dall’ottobre del 2021. Le minorenni, all’epoca 16enni, sono state adescate ed introdotte nel mondo della prostituzione con la promessa di facili guadagni.
Il denaro veniva utilizzato dalle ragazze per acquistare abiti, borse e per cenare in ristoranti costosi, adottando le cautele utili a non far scoprire ai propri parenti le cospicue somme e gli acquisti effettuati. Per la gestione dell’attività, venivano utilizzate utenze telefoniche dedicate, inserite in appositi annunci on line: c’era chi provvedeva alla prenotazione delle strutture ricettive, chi accompagnava le ragazze nelle camere e chi riceveva le telefonate dei clienti fissando gli appuntamenti. Le 4 donne arrestate ed i 2 sfruttatori di Bari e Barletta attendevano in stanze attigue che le minorenni terminassero le loro prestazioni per ricevere direttamente il denaro dai clienti e corrispondere alle ragazze la metà della somma ricevuta.