Era Andria la base operativa nonché vero e proprio centro di distribuzione di un gruppo dedito al traffico internazionale di sostanze stupefacenti ma anche riciclaggio e detenzione illegale di armi. L’operazione conclusa questa mattina dalla guardia di finanza e coordinata dalla DDA di Bari ha portato all’arresto di 15 persone. Tra loro ci sono sei andriesi, ritenuti dagli inquirenti a capo del gruppo criminale, già noti esponenti della mala locale. Gli altri coinvolti nell’organizzazione dono di Molfetta, Bisceglie e del Brindisino mentre sono stati arrestati anche due cittadini albanesi.
L’operazione è nata dopo l’ingente sequestro, operato in Francia nei confronti di uno degli indagati, arrestato in flagranza alla guida di un autoarticolato con a bordo 75 chili di cocaina destinati in Italia e 865mila euro in contanti. Di qui gli investigatori hanno allargato il fronte delle indagini per comprendere quale fosse la rete di destinazione e distribuzione della droga. Un anno e mezzo di indagine per disarticolare il gruppo criminale con sede ad Andria ma con ramificazioni nel Brindisino ed una rete importante di approvvigionamento della droga che arrivava dalla Calabria per l’Italia o da Spagna ed Olanda dall’estero. Una rete ben organizzata che organizzava trasporti essenzialmente via terra grazie ad autovetture modificate o con autoarticolati come avvenuto nell’episodio in Francia. Nel complesso, comunque, durante l’operazione sono stati sequestrati 127 chili di cocaina e 142 chili di marijuana oltre ad un milione e trecento mila euro in contanti. Soldi ritenuti provento dell’attività illecita. Anche su questo sono scattati questa mattina i sequestri preventivi per un totale di un milione di euro.
L’indagine è stata particolarmente complessa da parte delle Fiamme Gialle anche perché i soggetti coinvolti nel gruppo criminale utilizzavano criptotelefoni per le comunicazioni di trattative, cessioni, conferme e distribuzione. Una modalità di comunicazione difficile da intercettare e per cui è stato necessario un lungo lavoro internazionale per acquisire chat e anche live per il monitoraggio della loro attività.
“Il gruppo – scrivono gli inquirenti – è connotato da un’elevata capacità organizzativa e dotato di una rilevante disponibilità di mezzi finanziari e strumentali, disponendo di una ‘cassa comune’ e di una ‘contabilità condivisa’”. Uno degli indagati, residente nel sud della Spagna, era “dedito all’esportazione di cospicui quantitativi di sostanze stupefacenti destinati a rifornire i mercati pugliesi”. Significativa, scrivono ancora i finanzieri, “la propensione alla violenza e all’uso di armi da sparo, quali strumenti di risoluzione dei conflitti eventualmente insorti in occasione dell’approvvigionamento di droga, come rilevabile dalle condotte di due indagati”.