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Cronaca

Lavoratori in malattia dopo l’obbligo del Green Pass, la Procura di Bari apre un’indagine: falsi certificati per evitare vaccino o tampone ogni due giorni

Dipendenti in malattia da quando è scattato l’obbligo del Green Pass sui luoghi di lavoro. La Procura di Bari ha aperto un’indagine conoscitiva, senza ipotesi di reato e persone indagate, sui certificati medici presentati da alcuni lavoratori dopo l’entrata in vigore del decreto legge che ha introdotto l’obbligatorietà della carta verde per recarsi a lavoro.

La norma, valida dal 15 ottobre 2021, rientra tra le misure di contrasto alla pandemia di Covid, ed è estesa ai dipendenti della pubblica amministrazione e di aziende private, ma anche lavoratori autonomi, con partita Iva e collaboratori familiari, che devono essere in possesso del green pass base, cioè quello ottenuto con vaccino oppure con test antigienico negativo, valido 48 ore.

Ed è proprio da questo punto che partono gli accertamenti della Procura, avviati dopo alcune segnalazioni relative a lavoratori, soprattutto dipendenti pubblici e anche rappresentanti delle Forze dell’Ordine, che si sarebbero messi in malattia immediatamente prima dell’entrata in vigore dell’obbligo.

In questo modo avrebbero così evitato, in quanto non vaccinati, di doversi sottoporre a tampone ogni due giorni per andare a lavoro, per non essere sospesi senza retribuzione.

L’inchiesta della magistratura barese è ancora in fase embrionale e punta a verificare anche l’eventuale compiacenza di alcuni medici, che potrebbero aver certificato false malattie.

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