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Cronaca

L’ombra della criminalità barese sui fondi del “Superbonus”, due arresti per estorsioni e violenze a imprenditori edili di Valenzano

L’ombra della criminalità organizzata barese sul giro di fondi pubblici erogati nell’ambito del “Superbonus 110%”. È questa l’ipotesi emersa al termine di un’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha portato all’arresto di due persone per i reati di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, e aggressione. Il provvedimento cautelare, emesso dalla DDA e già convalidato dal Gip del Tribunale del capoluogo, è stato eseguito dalla Polizia di Stato.

La vicenda trae origine nell’ambito della crescente richiesta di accesso ai benefici previsti per le ristrutturazioni edilizie, che ha determinato un notevole incremento delle commesse ricevute dalle imprese del settore. Un business da milioni di euro che ha attirato inevitabilmente l’interesse della malavita. Sarebbero stato così – in base a quanto emerso dall’attività investigativa – nel caso di una ditta di Valenzano, alla quale erano stati commissionati numerosi lavori di ristrutturazione, e che quindi ha cercato altre aziende alle quali subappaltare alcune delle opere. A questo punto sarebbe entrato in scena uno dei due arrestati, un pregiudicato residente a Triggiano e referente del clan Di Cosola di Bari, che si sarebbe proposto come intermediario per far assegnare parte degli interventi di ristrutturazione all’impresa edile del secondo indagato, un imprenditore di Grumo Appula.

Partiti i lavori, l’impresa appaltatrice ha però dovuto confrontarsi con una serie di ritardi nell’erogazione dei finanziamenti legati al “Superbonus”. Ritardi che avrebbero scatenato la violenta reazione dei due arrestati che, con intimidazioni prima e aggressioni poi, avrebbero preteso il pagamento di somme di denaro dai titolari dell’azienda edile. Minacce e violenze si sarebbero spinte sino a pretendere l’acquisizione di un immobile, adibito a B&B, riconducibile alla stessa società.

La denuncia degli imprenditori ha fatto scattare le indagini della Squadra Mobile di Bari, conclusesi con l’arresto degli indagati. Per i due si sono aperte le porte del carcere.

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