Cronaca

Mafia garganica, omicidio di Antonio Fabbiano a Vieste: ergastolo per il killer reo-confesso

Carcere a vita con isolamento diurno per 12 mesi. È questa la condanna inflitta al 38enne viestano Giovanni Iannoli, ritenuto colpevole dell’omicidio di Antonio Fabbiano, 25 anni, ucciso sotto casa a Vieste, il 25 aprile 2018, nell’ambito della guerra di mafia tra i clan Raduano e Perna.

La sentenza è arrivata al termine del processo, celebrato con rito ordinario, dinanzi alla Corte d’Assise di Foggia. L’imputato è stato inoltre condannato al pagamento di una provvisionale di 100mila euro a favore della famiglia della vittima e di 10mila euro verso il Comune di Vieste, costituitosi parte civile.

Era stato lo stesso Iannoli, nelle scorse udienze, a confessare il delitto, ammettendo anche il suo coinvolgimento in un altro fatto di sangue: l’assassinio di Marino Solitro, avvenuto nell’aprile del 2015 sempre nella città garganica. Per questo omicidio, è tuttora in corso un procedimento davanti alla Corte d’Assise, che vede come coimputato il collaboratore di giustizia Danilo Pietro Della Malva.

Fabbiano venne raggiunto da colpi di kalashnikov, al torace e all’addome, in via Tripoli, nei pressi del porto, vicino alla sua abitazione. Un feroce agguato maturato, in base a quanto emerso dalle indagini, negli ambienti della criminalità organizzata viestana. Secondo la ricostruzione del reo-confesso, il 25enne venne assassinato perché Iannoli riteneva che la vittima volesse a sua volta ucciderlo, su ordine del boss Marco Raduano, ora collaboratore di giustizia. L’imputato volle quindi anticipare le mosse del clan rivale, uccidendo Fabbiano con la complicità di un ragazzo, che fu a sua volta ammazzato poche settimane più tardi.

Iannoli tentò di eliminare anche l’allora boss Marco Raduano, che però riuscì a salvarsi miracolosamente.

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