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Cronaca

MOLFETTA | Auto vicecomandante del carcere di Trani in fiamme: acquisite immagini di videosorveglianza

Seguono la pista dell’origine dolosa le indagini sull’incendio che nella notte tra domenica e lunedì, poco prima delle 5, ha distrutto la Dacia Duster di proprietà del commissario Felice Nazareno De Pinto, vicecomandante del reparto di polizia penitenziaria del carcere di Trani. L’auto era parcheggiata in via Michiello, nel centro di Molfetta, ai piedi dell’abitazione di De Pinto, e ha preso fuoco nel giro di pochi minuti. Le fiamme hanno avvolto anche una Chevrolet Aveo parcheggiata accanto alla Duster, di proprietà della moglie di De Pinto, e una Lancia Musa a pochi metri di distanza, danneggiata solo sulla parte anteriore dal forte calore sprigionato dalle fiamme che avevano intanto consumato la Duster.

Effetti collaterali di un rogo che aveva un bersaglio ben definito, avvalorato dalla denuncia del segretario regionale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Federico Pilagatti: «Possiamo desumere si tratti di un attentato, dalle minacce scritte che il funzionario avrebbe ricevuto nei scorsi giorni e che sono al vaglio della magistratura», sostiene il segretario generale citando anche fatti di cui è a conoscenza la Procura. «Forse – aggiunge – il suo modo di operare nel rispetto della legalità potrebbe non piacere a qualcuno all’interno del penitenziario tranese».

A evitare il peggio è stato l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Molfetta, allertati da alcuni residenti, che intanto avevano temporaneamente abbandonato le loro case per evitare danni. Le fiamme hanno anche danneggiato il portone in legno della palazzina in cui risiede la coppia, invasa da fumo nero nel giro di pochi minuti. Le indagini sulle cause dell’incendio sono affidate ai carabinieri di Molfetta, che hanno intanto acquisito le immagini registrate dai circuiti di videosorveglianza presenti in zona alla ricerca di movimenti sospetti.

«Ci auguriamo – concludono dal Sappe – che l’amministrazione penitenziaria non allontani il funzionario dal carcere invece di ripristinare la legalità all’interno del luogo. In quel caso la risposta dei poliziotti sarà decisa e clamorosa».

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