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L’amministrazione di Corato scivola sul bilancio, il Tar annulla il documento adottato nel 2021. Il centrodestra: “Un disastro, ora dimissioni”

L’amministrazione comunale di Corato scivola sul bilancio. Quello di previsione pluriennale approvato nella seduta di consiglio comunale del 7 maggio 2021 e tutti gli atti ad esso collegati sono infatti da ritenersi illegittimi. Lo ha stabilito la Sezione Prima del Tar Puglia accogliendo il ricorso presentato dai consiglieri comunali di Direzione Corato Luigi Perrone, Leonardo Bucci, Gabriele Diaferia, Ignazio Salerno e dal consigliere Vincenzo Mastrodonato, all’epoca di Forza Italia. Per i rappresentanti dell’opposizione non si poteva procedere all’approvazione del Documento Unico di Programmazione e del bilancio di previsione in un’unica seduta di consiglio comunale, limitando in questo modo la possibilità dei consiglieri di partecipare compiutamente al procedimento di formazione del bilancio. I giudici del Tar hanno accolto questo orientamento, sottolineando nella sentenza, come “la discussione e l’approvazione del D.U.P. debba essere svolta in apposita e specifica seduta dedicata, preliminare rispetto alla seduta di approvazione del bilancio di previsione, quest’ultimo da redigere in coerenza con il D.U.P”. E aggiungendo che “in ragione delle rilevate violazioni, non può ritenersi che il bilancio di previsione approvato dal comune di Corato sia stato redatto in coerenza al Documento Unico di Programmazione 2021-2023, dovendosi, a tal proposito, rilevare che la verifica di coerenza sarebbe dovuta scaturire dal contributo potenzialmente derivante da tutti i componenti del Consiglio comunale, compiutamente fornito nella preliminare seduta consiliare dedicata”. Duro il commento alla sentenza che arriva dalle opposizioni di centrodestra. “Direzione Corato” parla di arroganza dell’amministrazione, colpevole di aver ignorato gli avvertimenti arrivati dalle minoranze e di aver prodotto uno scempio dalle inimmaginabili e gravissime ripercussioni a carico dei cittadini di Corato. Per “Fratelli d’Italia” la maggioranza di centrosinistra dovrebbe non solo chiedere scusa ma dimettersi. A due giorni dalla pubblicazione della sentenza il sindaco De Benedittis non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla vicenda. Probabile che gli atti del bilancio dovranno tornare in aula e che l’amministrazione comunale stia pensando ad un ricorso al Consiglio di Stato insieme ad una richiesta di sospensiva dell’efficacia della sentenza.

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