Cronaca

Omicidio Diviesti: repertati braccialetto e collanina sul corpo carbonizzato, per i genitori appartengono al 26enne di Barletta

Apparterrebbero a Francesco Diviesti il braccialetto e la collanina ritrovati sul corpo carbonizzato trovato il 29 aprile scorso in una grotta nelle campagne fra Canosa e Minervino. Repertati dagli investigatori nell’ambito delle attività di conferimento dell’incarico per l’autopsia, i due oggetti sarebbero stati riconosciuti dai genitori del 26enne di Barletta scomparso il 25 aprile. Padre e madre di Diviesti avrebbero confermato che si tratta del braccialetto e della collanina indossati abitualmente dal giovane, ad ogni modo la certezza che il cadavere corrisponda al parrucchiere si avrà dopo l’accertamento medico-legale, a partire dall’esame del DNA, che sarà svolto da Sara Sablone presso il Policlinico di Bari.

Nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari per omicidio aggravato dal metodo mafioso, risultano indagate cinque persone. Si tratta del 40enne di origini albanesi Igli Kamberi, del 55enne minervinese Francesco Sassi (nella cui disponibilità c’era una villa non lontana dal luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere, finita sotto sequestro), del 25enne Antonio Lanotte nonché di Saverio e Nicola Dibenedetto, padre e figlio rispettivamente di 58 e di 21 anni, gli ultimi tre barlettani.

Alcuni degli indagati hanno diversi precedenti. In particolare Igli Kamberi, che al momento sarebbe irreperibile, è già noto per aver partecipato, nel gennaio 2015, ad un agguato armato ai danni dell’allora consigliere comunale di Barletta, Pasquale Ventura. In primo grado fu condannato a otto anni per tentato omicidio, pena successivamente ridotta in appello nel 2017 a tre anni e quattro mesi per lesioni aggravate.

Anche Antonio Lanotte è recentemente salito agli onori della cronaca per l’episodio avvenuto il 3 marzo, quando aggredì un uomo in corso Vittorio Emanuele a Barletta, colpendolo con una mazza da baseball, calci e pugni. Si trattò di una vendetta: la vittima, la sera precedente, aveva investito con l’auto la sorella di Lanotte, fuggendo senza prestare soccorso. A Lanotte venne inizialmente contestato il tentato omicidio, ma il reato è stato riqualificato in lesioni aggravate ed il 25enne ha patteggiato una pena di un anno, sospesa, restando in libertà.

Saverio Dibenedetto avrebbe invece precedenti per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti. Lui e suo figlio avrebbero avuto una discussione con Diviesti poche ore prima della scomparsa del ragazzo. Le indagini della DDA sull’omicidio si concentrano sugli ambienti dello spaccio di stupefacenti e sulle ultime ore di Diviesti, per cercare il movente alla base del delitto.

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