“Ho sentito un rumore forte e ho sentito la porta blindata addosso e mi sono nascosta lì sotto. Mi ha aiutato il Signore, mio marito che ho perso 5 anni fa”
Così Rosalia De Giosa, 74 anni, la donna intrappolata per 26 ore sotto le macerie, racconta gli attimi del crollo della palazzina, dichiarata inagibile con ordinanza di sgombero lo scorso 24 febbraio 2024, nel quartiere Carrassi di Bari la sera del 5 marzo. Tanto freddo e tanta paura, ma Rosalia non si è mai arresa: proprio quella porta sotto la quale racconta di essersi nascosta le ha dato la possibilità di continuare a respirare, proteggendo la testa e il torace e creando una bolla d’aria. Le lesioni riportate da Rosalia, infatti, sono legate al decubito sulla posizione e alla presenza delle macerie sugli arti inferiori.
19 le squadre di Vigili del Fuoco impegnate oltre il Comando di Bari con squadre cittadine ed extracittadine e al personale della Direzione VVF Puglia specializzato nel volo di droni, in supporto anche Foggia, Avellino, Caserta, Salerno, Napoli e una squadra di cinofili di Lecce. 26 ore durante le quali si sono alternati i lavori delle ruspe che hanno aperto le macerie con quello di uno speciale gruppo addestrato per la ricerca di persone sotto le macerie: USAR. Rosalia è grata a Giuseppe e a tutti i soccoritori che sono riusciti, grazie a un lavoro incessante tra polvere e caldo, prima a rintracciarla sotto le macerie dell’edificio di 5 piani, costruito alla fine degli anni ’40, ad estrarla viva intorno alle 20.30 del 6 marzo, quando l’applauso dei vigili del fuoco, un rituale delle operazioni che hanno un lieto fine, ha emozionato i tantissimi presenti.
Rosalia sta bene nonostante i dolori: è stabile, sempre stata cosciente e gli esami eseguiti al suo arrivo al pronto soccorso hanno escluso la compromissione di organi interni. Dalla Tac sono risultate due fratture costali e contusioni al bacino e agli arti inferiori, ci spiega il prof. Marco Ranieri, direttore anestesia e rianimazione 1, dove Rosalia ha passato la notte. Ora è stata trasferita nel reparto di chirurgia universitaria, diretta dalla professoressa Angela Pezzolla.