Cronaca

Parco Alta Murgia, Modesti direttore “autonominato” per 10 anni: chiesto mezzo milione di danni. Coinvolto anche l’allora cda con Pugliese, Troia, Veronico e Avancini

Avrebbe esercitato il ruolo di direttore facente funzioni del Parco nazionale dell’Alta Murgia per dieci anni, dal 2007 al 2017, incassando illecitamente 5mila euro al mese, per di più senza averne i titoli. Secondo le indagini della Guardia di Finanza avrebbe fatto in modo che il cda desse il via libera alla delibera di attribuzione dell’incarico nei suoi confronti. La Corte dei Conti ha inviato una contestazione a Fabio Modesti, 63 anni, ex impiegato dell’ufficio Parchi della Regione, che dal 1 ottobre del 2007 al 31 dicembre 2017 ha esercitato le funzioni di direttore del Parco dell’Alta Murgia senza averne i requisiti e incassando illecitamente 495mila euro di retribuzioni. L’astuto stratagemma sarebbe emerso dopo una segnalazione dell’ispettorato del Ministero dell’Economia. Modesti non possiede la laurea, è diplomato al liceo, motivo per cui non aveva i titoli per ricoprire una posizione dirigenziale nella pubblica amministrazione. Ma nel mirino di Finanza, Corte dei Conti e Avvocatura di Stato c’è soprattutto l’intera operazione che lo ha portato a coprire l’incarico. Fabio Modesti, al tempo segretario dell’ufficio Parchi della Puglia, il 1 ottobre del 2007 avrebbe inviato a sé stesso la lettera di assunzione per l’incarico di direttore facente funzione, nomina che spetta al Ministero dell’Ambiente. Poi la delibera è approdata nel cda del Parco. Nel giro di due anni, secondo le indagini, sarebbe riuscito ad ottenere il via libera all’incarico con relativo stipendio, il tutto senza passare dal Ministero. Il fascicolo aperto accusa Modesti di danno erariale per aver truffato proprio il Ministero dell’Ambiente. Ma non è l’unico. L’invito a dedurre è stato notificato nei mesi scorsi anche all’allora presidente del Parco, Girolamo Pugliese, e ai consiglieri di quel cda Massimo Avancini, Cesare Veronico e Cesareo Troia, quest’ultimo attualmente vice sindaco di Andria. A tutti loro è contestato in via sussidiaria un quinto del danno totale per circa 99mila euro. La procura erariale sta valutando se portarli a giudizio.

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