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Cronaca

Processo Bari Nord: «Quanto sarebbe costato il sistema di sicurezza conta assi? 600 mila euro»

Quanto poteva costare l’adeguamento dal sistema del blocco telefonico a quello del blocco conta assi sulla tratta ferroviaria tra Barletta e Ruvo? E’ una delle domande a cui ha risposto oggi, durante l’udienza del Processo sulla tragedia ferroviaria del 12 luglio 2016, l’Ing. Fabietti dirigente di Ferrotramviaria, ente che gestisce l’intera tratta delle Ferrovie del Nord Barese, ascoltato oggi dai giudici del Tribunale di Trani all’interno dell’Auditorium “Mons. Pichierri” della Chiesa di San Magno. Il costo sarebbe stato di circa 600mila euro secondo l’ingegnere ma la Ferrotramviaria aveva comunque scelto di abbandonare anche l’idea di installare il sistema di blocco conta assi per passare direttamente al Sistema di Controllo Marcia Treno quello più evoluto al momento sul mercato. Formalmente, secondo l’azienda che gestisce la rete, il Blocco Telefonico reggeva l’intensità del traffico ferroviario ed era normativamente in regola. Ed è su questo aspetto che si è concentrata l’attenzione della procura. Visti i diversi lavori in corso e l’interconnessione con le Ferrovie dello Stato nelle stazioni di Barletta e Bari, si sarebbe arrivato a conclusione di tutte le opere con la rete al sicuro. Come hanno ribadito però dalla procura oltre che gli avvocati di parte dell’accusa, un discorso corretto da un punto di vista aziendale ma assolutamente debole per quel che concerne la reale sicurezza della tratta visto l’intensificarsi dei treni.

Chiariti comunque diversi aspetti nell’udienza di oggi in cui è stato ascoltato anche l’ex assessore ai trasporti della Regione Puglia Giannini che ha parlato dell’iter per i vari finanziamenti delle opere comprese quelle della messa in sicurezza. Giannini, chiamato come teste dall’accusa, ha risposto alle domande dei pm Alessandro Pesce e Marcello Catalano, parlando anche dei ritardi nel progetto di raddoppio della linea Bari-Barletta riscontrati al suo insediamento come assessore della giunta Emiliano nel 2013. Ora si tornerà in aula il 28 ottobre, tra due settimane, in cui sarà ascoltato uno degli inquirenti della Guardia di Finanza che indagò proprio sui contratti e sui finanziamenti ottenuti da Ferrotramviaria.

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