Si è concluso con le condanne dei due imputati il processo di primo grado per la scomparsa di Michele Cilli, il 24enne di Barletta svanito nel nulla la notte del 16 gennaio dello scorso anno dopo aver preso parte ad una festa di compleanno di un amico in un locale del centro cittadino. Ieri sera, dopo diverse ore in camera di consiglio, il Gip del Tribunale di Trani Ivan Barlafante ha dato lettura del dispositivo della sentenza: 18 anni ed 8 mesi di reclusione sono stati inflitti a Dario Sarcina, accusato dell’omicidio di Michele Cilli; 5 anni ed 8 mesi per Cosimo Damiano Borraccino, che risponde di occultamento di cadavere e favoreggiamento. Entrambi hanno potuto beneficiare della riduzione di un terzo della pena prevista dal rito abbreviato. Presenti in aula alla lettura della sentenza, sono stati subito dopo ricondotti in carcere a Lecce dove si trovano rinchiusi dallo scorso mese di marzo. “Nessuno mi restituirà mio figlio” le uniche parole pronunciate dalla mamma di Cilli, mentre in lacrime, abbandonava rapidamente il tribunale insieme agli altri due figli. A parlare sono gli avvocati difensori dei due imputati, critici verso la solidità dell’impianto accusatorio, pronti a ricorrere in appello contro la sentenza
INTERVISTE A RUGGIERO VITOBELLO (DIFENSORE DI BORRACCINO) E FRANCESCO DI MARZIO (DIFENSORE DI SARCINA)
La sera della sua scomparsa Cilli avrebbe lasciato il locale dove si trovava in compagnia degli amici per salire nell’auto guidata da Dario Sarcina. Dopo un breve giro per la città, ricostruito attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza, sarebbe stato condotto in un garage in via Ofanto, alla periferia di Barletta. È in questo luogo, secondo gli inquirenti, che il 24enne sarebbe stato ucciso e il suo corpo fatto sparire. Le telecamere immortalarono anche Borraccino mentre entrava nello stesso garage con una tanica di benzina riempita ad un vicino distributore di carburante. Le ricerche del corpo di Cilli impegnarono per settimane le Forze dell’Ordine e i volontari della Protezione Civile ma si conclusero senza esito. La sentenza di ieri ha disposto anche il risarcimento che spetterà ai familiari di Cilli, parte civile nel processo: 50mila euro per la mamma della vittima, 25mila euro per ciascuno dei due figli.