Chi è il responsabile della morte di Clelia Ditano? La risposta potrebbe arrivare dalla perizia sull’ascensore del condomino in via Piave, a Fasano, lo stesso che il 1 luglio scorso è rimasto bloccato al primo piano anziché raggiungere il quarto dove c’era la 25enne. La giovane non si accorse dell’assenza della cabina e precipitò nel vuoto, per circa 10 metri, perdendo la vita. La perizia sull’ascensore inizierà il 1 agosto e sarà eseguita da un ingegnere nominato come consulente dalla pm Livia Orlando, titolare dell’inchiesta per omicidio colposo. Tempo 60 giorni per consegnare l’esito, salvo proroghe. Il consulente dovrà eseguire verifiche elettro-meccaniche per accertare se ci siano stati eventuali corto circuiti o combustioni ed esaminare la documentazione raccolta dai carabinieri e dai funzionari dello Spesal. Dovrà, inoltre, verificare le condizioni di funzionamento, la presenza di eventuali anomalie o alterazioni e accertare il malfunzionamento, di tutto o di una parte dell’impianto, e ricostruire la dinamica del tragico incidente. Infine, è stato chiesto al consulente di stabilire se il corretto funzionamento avrebbe evitato la morte della 25enne.
Al momento sonno quattro gli indagati: l’amministratore della palazzina di proprietà di Arca Nord Salento, il legale rappresentante della ditta che ha eseguito la manutenzione dell’impianto, il responsabile tecnico e un dipendente della stessa azienda.
Il pubblico ministero ha anche disposto una perizia sul telefonino della giovane in modo da verificare l’orario dell’ultimo contatto e verosimilmente quello in cui si è consumata la tragedia. L’incarico è stato conferito ad un altro consulente. Anche in questo caso, sono stati concessi 60 giorni per il deposito dell’elaborato. Stesso termine per la consegna della relazione del medico legale che ha eseguito l’autopsia. I primi risultati hanno evidenziato che Clelia Ditano è morta per una lesione encefalica. I funerali si sono svolti il 12 luglio scorso.
