Ci sono tre denunce per rapina nel recente passato del ragazzo di 17 anni, reo confesso dell’omicidio di Nicola Di Rienzo, il 21enne ucciso con cinque colpi di pistola, domenica sera a Foggia. È quanto emerge dagli accertamenti eseguiti dalla Squadra Mobile nell’ambito delle indagini scattate a seguito del fatto di sangue.
Gli ultimi due colpi risalgono alla scorsa estate e sono stati messi a segno a Foggia e Peschici. La prima rapina, a mano armata, è stata compiuta invece nel 2020, ai danni del titolare di una tabaccheria del capoluogo dauno.
Un curriculum criminale di tutto rispetto, quello del minorenne, come confermato anche dalle Forze dell’Ordine, che hanno evidenziato alla magistratura come il 17enne fosse “già ben inserito in un contesto dedito alla commissione di reati”.
I nuovi elementi emersi, renderebbero ancor meno credibile la versione fornita dal killer reo confesso agli inquirenti, e cioè di aver ucciso il 21enne perché questi lo costringeva a compiere furti.
La sera del delitto i due si sarebbero incontrati prima davanti allo stadio, dove il minorenne avrebbe mostrato la pistola alla vittima, a suo dire solo per intimorirla. Poi si sarebbero ritrovati faccia a faccia in un luogo più appartato, i giardinetti pubblici di via Saragat, dove si è consumato l’omicidio.
Intanto, è stata eseguita l’autopsia sul corpo del ragazzo ucciso. Gli esiti saranno resi noti nelle prossime settimane ma l’esame autoptico avrebbe sostanzialmente confermato la dinamica dell’agguato, con il 21enne che sarebbe stato raggiunto al torace ed alla schiena da cinque colpi calibro 7,65. Negli slip della vittima gli inquirenti hanno trovato un tirapugni con una lama a scatto.