Dopo quattro giorni di perlustrazioni in mare, senza nessun risultato, potrebbero presto essere interrotte le ricerche dei due marinai molfettesi dispersi nel naufragio del “Franco P.”, il rimorchiatore affondato mercoledì sera a largo della costa barese.
Dell’equipaggio dell’imbarcazione, mancano ancora all’appello Mauro Mongelli e Sergio Bufo, di 59 e 60 anni, rispettivamente nostromo e direttore di macchina del “Franco P.”. Vano, al momento, il lavoro degli uomini della Guardia Costiera di Bari e delle autorità croate, al lavoro con il supporto di unità aeree e motovedette.
Le vittime confermate sono al momento tre: il 65enne Luciano Bigoni e il 58enne Andrea Massimo Loi, entrambi di Ancona, e il 63enne Jelali Ahmed, vicecomandante del rimorchiatore, di origini tunisine ma residente in Abruzzo.
L’unico sopravvissuto al disastro è stato il comandante, il 63enne catanese Giuseppe Petralia, soccorso in mare e poi trasferito presso l’ospedale “Di Venere” di Bari. L’uomo è stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura del capoluogo, coordinata dalla pm Luisiana Di Vittorio. Assieme a lui, risulta indagato anche l’armatore Antonio Santini, 78 anni, legale rappresentante della società “ILMA” di Ancona proprietaria del natante affondato.
La magistratura barese ha disposto il sequestro del rimorchiatore che, tuttavia, non è stato ancora recuperato e si trova ancora sul luogo del naufragio, a circa 53 miglia dalla costa a 1.000 metri di profondità. Il provvedimento di sequestro riguarda anche il pontone AD3, la piattaforma galleggiante che era agganciata al “Franco P.”. Gli 11 marinai che vi si trovavano a bordo restano, assieme al comandante del rimorchiatore, gli unici testimoni oculari della tragedia e sono stati ascoltati dagli inquirenti. I reati ipotizzati dalla Procura sono di naufragio e omicidio colposo.