Cronaca

Rissa finita in tragedia nel centro di Capurso: escluse le parti civili nel processo

Nuovo colpo di scena nel processo a carico di Renato Canonico, il 61enne accusato di rissa aggravata nell’ambito della vicenda che si concluse con l’omicidio del 29enne Vito Caputo, avvenuto la sera del 16 marzo 2023 nel centro di Capurso.

La Corte d’Assise di Bari, accogliendo un’eccezione presentata dai legali di Canonico, ha escluso le parti civili che avevano chiesto di costituirsi, dichiarandole non ammissibili. 

L’unico imputato per l’omicidio è il figlio di Canonico, il 27enne Piero, che ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Il giovane risponde anche del tentato omicidio di Fabio Domenico Chiarelli, amico della vittima, rimasto ferito.

Anche quest’ultimo è coinvolto nella vicenda e risponde dei reati di rissa, violenza privata aggravata e violazione della sorveglianza speciale. L’imputato sta seguendo la strada del patteggiamento, per il quale si discuterà il prossimo 23 febbraio.

Secondo quanto sostenuto dall’accusa, la sera dell’omicidio Caputo e l’amico Chiarelli organizzarono una spedizione punitiva nei confronti di Piero Canonico, ex marito della compagna di Chiarelli, e del padre Renato. In auto, da Cellamare, i due si misero all’inseguimento dei Canonico. La folle corsa, con tanto di speronamenti, si concluse nel vicino comune di Capurso, dove i quattro scesero dalle macchine dando vita ad una rissa in strada, durante la quale Piero Canonico avrebbe colpito con diverse coltellate sia Caputo, che morì, che Chiarelli, rimasto gravemente ferito. 

Alla base del violento litigio i rapporti, da tempo molto tesi, tra Canonico e la sua ex moglie per via dell’affidamento di un bambino.

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