È stata confermata dalla Corte di Cassazione la condanna a sette anni di reclusione nei confronti dell’ex giudice del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, e a sei anni per l’avvocato barese Giancarlo Chiariello, finiti a processo a Lecce per corruzione in atti giudiziari.
Secondo l’accusa, l’allora GIP De Benendictis, in cambio di denaro (fino a 30mila euro), ricevuto attraverso Chiariello, avrebbe emesso quattro provvedimenti di scarcerazione in favore dei clienti del penalista.
Annullata invece dalla Cassazione la condanna a tre anni ed un mese di reclusione nei confronti del figlio dell’avvocato, Alberto Chiariello, anche lui legale. Per due capi di imputazione a lui contestati, la condanna è stata annullata senza rinvio; per un caso di corruzione in atti giudiziari invece, l’annullamento è con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Lecce, che dovrà rideterminare la pena.
Per tutti e tre gli imputati era già caduta, al termine del processo di Appello, l’aggravante mafiosa riconosciuta in primo grado, con rito abbreviato.
Per il giudice De Benedictis si tratta della seconda condanna passata in giudicato. Nel maggio del 2024 era infatti diventata definitiva la condanna a 9 anni e 3 mesi di reclusione, inflitta dalla Corte d’Appello di Lecce, per le armi trovate dalla Polizia, ad aprile 2021, in una villa alla periferia di Andria, nei pressi di via Corato. Un maxi arsenale composto da oltre 200 pezzi, tra fucili, mitragliatori, pistole, bombe ed esplosivi, oltre a circa 100mila munizioni.
L’ex giudice si trova attualmente agli arresti domiciliari.