La Puglia è al terzo posto in Italia per smaltimento illegale dei rifiuti, una situazione che peggiora per quello che è un doppio problema reale per la regione. Il primo si chiama ecomafie con una media annuale di 3600 illeciti penali riscontrati secondo i dati dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti. Negli ultimi 20 anni in Puglia, infatti, sono stati sversati, tombati o bruciati rifiuti di ogni genere in discariche improvvisate e di cui ci siamo più volte occupati. Dall’altro lato c’è anche un problema educativo dei cittadini. Se per le ecomafie si muovono vere e proprie organizzazioni, per le piazzole di sosta invase dai rifiuti si può parlare di banale inciviltà. Un danno che si aggiunge al danno. Esempio quello della Strada Provinciale 2 che nel tratto andriese ed in quello canosino accoglie in ogni piazzola di sosta una piccola discarica a cielo aperto. Ci sono wc, laterizi, frigoriferi, plastica e rifiuti di ogni genere che creano un grande danno sia economico che ambientale. La beffa è che la pulizia ha dei costi importanti di smaltimento che ricadono su tutta la collettività, ma la Provincia la esegue molto di rado anzi sulla SP2 nel tratto ammodernato di recente praticamente non avviene mai. Ed è questa la situazione che si presenta quotidianamente ai tanti viaggiatori che per lavoro, famiglia, piacere o turismo si mettono in marcia su questa essenziale arteria stradale.
Ma i rifiuti, come più volte denunciato, invadono anche i terreni agricoli creando spesso tra gli ulivi che donano l’oro verde alla Puglia, delle discariche a cielo aperto. La beffa, anche in questo caso come denunciato da Coldiretti in una nota, è che gli imprenditori agricoli sono spesso chiamati a rimuovere i rifiuti sversati da altri a proprie spese se non riescono a dimostrare di non averli prodotti. Un fenomeno grave e che continua a infestare le aree rurali di grande pregio nella BAT e non solo. Un fenomeno che, come detto, arreca importanti danni economici ma soprattutto ambientali con lo smaltimento che poi diventa si propaga alle falde acquifere ed alle colture che finiscono sulle tavole.
La Puglia è al terzo posto in Italia per smaltimento illegale dei rifiuti, una situazione che peggiora per quello che è un doppio problema reale per la regione. Il primo si chiama ecomafie con una media annuale di 3600 illeciti penali riscontrati secondo i dati dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti. Negli ultimi 20 anni in Puglia, infatti, sono stati sversati, tombati o bruciati rifiuti di ogni genere in discariche improvvisate e di cui ci siamo più volte occupati. Dall’altro lato c’è anche un problema educativo dei cittadini. Se per le ecomafie si muovono vere e proprie organizzazioni, per le piazzole di sosta invase dai rifiuti si può parlare di banale incivilità. Un danno che si aggiunge al danno. Esempio quello della Strada Provinciale 2 che nel tratto andriese ed in quello canosino accoglie in ogni piazzola di sosta una piccola discarica a cielo aperto. Ci sono wc, laterizi, frigoriferi, plastica e rifiuti di ogni genere che creano un grande danno sia economico che ambientale. La beffa è che la pulizia ha dei costi importanti di smaltimento che ricadono su tutta la collettività, ma la Provincia la esegue molto di rado anzi sulla SP2 nel tratto ammodernato di recente praticamente non avviene mai. Ed è questa la situazione che si presenta quotidianamente ai tanti viaggiatori che per lavoro, famiglia, piacere o turismo si mettono in marcia su questa essenziale arteria stradale.
Ma i rifiuti, come più volte denunciato, invadono anche i terreni agricoli creando spesso tra gli ulivi che donano l’oro verde alla Puglia, delle discariche a cielo aperto. La beffa, anche in questo caso come denunciato da Coldiretti in una nota, è che gli imprenditori agricoli sono spesso chiamati a rimuovere i rifiuti sversati da altri a proprie spese se non riescono a dimostrare di non averli prodotti. Un fenomeno grave e che continua a infestare le aree rurali di grande pregio nella BAT e non solo. Un fenomeno che, come detto, arreca importanti danni economici ma soprattutto ambientali con lo smaltimento che poi diventa si propaga alle falde acquifere ed alle colture che finiscono sulle tavole.