Dovranno scontare oltre 50 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Arrivano condanne definitive per 8 imputati della maxi inchiesta «Turn over» compiuta a Trinitapoli dai carabinieri del Nucleo investigativo di Foggia, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Il loro ricorso è stato rigettato dalla Corte di Cassazione, che ha quindi confermato le condanne per oltre mezzo secolo. L’inchiesta è partita nel luglio 2020, a seguito del blitz dei carabinieri a Trinitapoli e l’arresto di 12 persone. L’attività investigativa portò alla luce un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti nel territorio casalino e nei comuni limitrofi, che nel corso degli ultimi anni è stata anche protagonista di una guerra di mafia per il controllo del territorio e dei traffici illeciti, con particolare riferimento alla faida tra i clan “Miccoli-De Rosa-Buonarota” e “Carbone-Gallone” e ai diversi omicidi di mafia come quelli dei boss Pietro De Rosa, avvenuto il 20 gennaio del 2019, e Cosimo Damiano Carbone, ucciso tre mesi dopo sempre a Trinitapoli. Il gruppo criminale aveva come base operativa il quartiere delle “case maledette” del comune casalino. Notte e giorno, secondo quanto emerso dalle indagini, gli spacciatori si avvicendavano e venivano riforniti di droga: pusher che erano protetti da una rete di vedette. Nel corso delle indagini è emerso che agli spacciatori veniva garantito uno stipendio che poteva arrivare anche a 500 euro alla settimana. Cocaina, hashish e marijuana le sostanze vendute.
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