La lotta per l’egemonia territoriale e la contesa della piazza di spaccio di Turi tra il clan Strisciuglio e il clan Parisi sarebbe stata gestita, dalla cella di un carcere o dagli arresti domiciliari, da due esponenti di primo piano delle due organizzazioni criminali: Davide Monti, referente degli Strisciuglio e detenuto nel carcere di Trapani, e Michele Parisi, fratello del boss Savinuccio del quartiere Japigia di Bari. I carabinieri di Gioia del Colle hanno individuato una fitta rete di spacciatori ai loro ordini che utilizzava nascondigli ingegnosi per occultare la droga, come le intercapedini dei box seminterrati e i muretti a secco, per ridurre il rischio di perquisizioni da parte delle forze dell’ordine e un linguaggio convenzionale per scongiurare il pericolo di intercettazioni. Sono alcuni dettagli ricostruiti dalle indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale di Bari, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della procura del capoluogo pugliese, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 37 persone, fra le quali ci sono soggetti affiliati ai clan mafiosi baresi Parisi e Strisciuglio. Le indagini hanno documentato molteplici attività di narcotraffico, anche verso minori, ed episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, legati alla riscossione di debiti di droga e alla lotta per l’egemonia territoriale. Gli spacciatori seguivano turni, anche durante le festività, e usavano schede telefoniche intestate a prestanomi, social network e applicazioni di messaggistica per evitare le intercettazioni. Documentate videochiamate tra i membri delle associazioni, inclusi i capi detenuti. È stato scoperto anche un b&b a Conversano ritenuto snodo di rifornimenti e distribuzione delle sostanze stupefacenti, il cui gestore, il 31enne Francesco Giordano, è finito in carcere. Durante le indagini sono stati effettuati 11 arresti in flagranza di reato, 13 denunce in stato di libertà, il sequestro di oltre 1 kg di droga, una pistola e denaro contante. Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha avanzato la richiesta di emissione di misura cautelare contestando 146 capi di imputazione. Gli indagati ritenuti responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti anche con l’aggravante della cessione a soggetti minori d’età, ricettazione e detenzione illegale di armi clandestine, violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale, estorsione aggravata, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, favoreggiamento personale, ricettazione, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, falsità ideologica, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, estorsione aggravata dal metodo mafioso, incendio aggravato dal metodo mafioso. Dei 37 indagati, 15 indagati sono stati colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere, 16 da quella degli arresti domiciliari mentre gli altri 6 sono stati destinatari dell’obbligo di dimora nel comune di residenza con la prescrizione di non allontanarsi dalla propria abitazione nella fascia oraria compresa tra le 22.00 e le 7.00 di ogni giorno. I …
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