Si allarga l’indagine sulla discarica “Cobema” di Canosa di Puglia chiusa ormai dal 2005. Infatti l’impianto di conferimento di rifiuti speciali è tornato nuovamente sotto la lente d’ingrandimento dei militari della Guardia di Finanza che nella giornata odierna hanno eseguito un decreto di perquisizione personale, locale e sequestro nei confronti di 13 persone, tra queste diversi dirigenti della provincia Bat, pubblici ufficiali, imprenditori e professionisti. Per loro le accuse sono a vario titolo di truffa aggravata, corruzione propria e impropria e concessione di appalti e subappalti non autorizzati.
Le indagini delle Fiamme Gialle hanno consentito di scoprire un’operazione fraudolenta commessa da pubblici ufficiali della provincia Bat per ottenere un finanziamento di 4 milioni e 200 mila euro da parte del Mite, finalizzato alla chiusura definitiva e post-gestione della discarica del comune ofantino. Un’operazione, secondo gli investigatori, presentata con diverse omissioni e condotte illecite che hanno indotto il Ministero ad elargire fondi non dovuti.
L’operazione odierna è nata dall’indagine della Procura di Trani sull’inquinamento ambientale provocato dalla discarica a carico dei due legali rappresentanti delle società che gestivano ed erano proprietarie dell’impianto. Stando a quanto emerso dall’incidente probatorio dello scorso fine febbraio, la discarica “Cobema” ha causato nel corso degli anni un diffuso inquinamento ambientale per la presenza copiosa di percolato.