Trent’anni di carcere e riconoscimento delle attenuanti generiche che di fatto gli evitano l’ergastolo. E’ la condanna inflitta dalla Corte d’Assise di Foggia a Giovanni Iannoli, il 38enne di Vieste, imputato e reo confesso dell’omicidio del 50enne Marino Solitro, avvenuto nella città garganica nell’aprile del 2015. I giudici hanno accolto la richiesta invocata dal pubblico ministero Ettore Cardinali. Fu proprio Iannoli a confessare l’omicidio a margine dell’istruttoria dibattimentale, quando chiedendo la parola si assunse la responsabilità di due omicidi, quello appunto di Solitro e quello di Antonio Fabbiano. Per quest’ultimo fatto di sangue Iannoli è già stato condannato all’ergastolo. Nell’uccisione di Marino Solitro, Iannoli agì insieme a Danilo Della Malva, attualmente collaboratore di giustizia. I due erano componenti dello stesso gruppo prima di dividersi: Della Malva entrò a fare parte del clan Raduano, mentre Iannoli confluì nell’altra batteria, riconducibile a Perna. Lo stesso Iannoli, nella sua confessione, ammise di aver sparato due colpi con un fucile, entrambi a segno. Fu poi Della Malva, peraltro nipote acquisito della vittima, a sottrargli l’arma per colpire l’uomo con un’altra fucilata alla testa nel tentativo di assicurarsi che fosse morto. Le motivazioni della sentenza sono attese entro i prossimi 90 giorni.
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