Cave ampliate senza autorizzazione. Materiali di scarto delle attività estrattive illecitamente smaltiti. Lavori eseguiti in aree sottoposte a vincolo paesaggistico. È quanto ritengono di aver accertato i carabinieri che hanno sottoposto a sequestro tre aziende che si occupano di estrazione del marmo: due si trovano a Bisceglie e una a Tani. I responsabili aziendali, quattro in tutto, sono stati denunciati. Secondo quanto accertato dalle indagini coordinate dalla Procura di Trani, avrebbero compiuto “sistematiche violazioni della normativa ambientale e mineraria” attraverso “l’abbandono e la gestione illecita di rifiuti provenienti dalle attività estrattive” provocando “inquinamento ambientale”. Inoltre, avrebbero eseguito scavi abusivi e ampliato abusivamente le zone di estrazione intervenendo “su aree soggette a vincoli paesaggistici senza le prescritte autorizzazioni”. I militari avrebbero anche riscontrato “carenze sotto il profilo della sicurezza e della tutela dei lavoratori, e la mancata adozione di procedure idonee alla prevenzione dei rischi ambientali”. Il sequestro riguarda “le aree di cava, i mezzi aziendali e i beni strumentali” che “saranno affidati a un amministratore giudiziario” che dovrà garantire “la gestione secondo criteri di legalità e trasparenza”.
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