Cronaca

Violenze su un detenuto nel carcere di Bari: agente penitenziario ammette e chiede scusa

La violenza in carcere c’è stata: lo ha ammesso davanti al Gip Domenico Coppi, uno dei tre agenti della Polizia penitenziaria finiti ai domiciliari, il 9 novembre scorso, con l’accusa di aver aggredito un detenuto 41enne, all’interno del carcere di Bari.

L’indagato ha anche chiesto scusa per quanto accaduto, dichiarando di aver “commesso uno sbaglio”. Anche un altro agente, Raffaele Finestrone, ha risposto alle domande del giudice nel corso dell’interrogatorio di garanzia, mentre il terzo collega, Giacomo Delia, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere.   

Il pestaggio sarebbe avvenuto il 27 aprile scorso, dopo che il detenuto, affetto da una patologia psichiatrica, aveva dato fuoco ad un materasso nella sua cella. Secondo quanto ricostruito dalla Procura barese, che ha aperto un fascicolo sull’accaduto, il personale carcerario, nel trasferire il detenuto presso la medicheria della struttura penitenziaria, ha usato atti di violenza consistiti, da parte di alcuni, nello sferrare calci e schiaffi e, da parte di altri, nel trattenere la vittima, “bloccata” sul pavimento. Altri agenti assistevano alla scena senza fare nulla per fermare il pestaggio.

Inoltre, sempre in base a quanto emerso nel corso delle indagini preliminari, non sarebbe stata segnalata alcuna lesione sul corpo del detenuto, ricoverato nell’infermeria del carcere a seguito delle violenze subite.

Oltre ai tre poliziotti finiti ai domiciliari, si sono presentati davanti al giudice anche gli altri 6 agenti penitenziari coinvolti nella vicenda, per i quali è stata disposta la misura della sospensione temporanea dal servizio, per un periodo tra gli 8 ed i 12 mesi. Complessivamente sono 15 le persone iscritte nel registro degli indagati, tra le quali un medico e tre infermieri del carcere di Bari. I reati contestati, a vario titolo, sono tortura, falso ideologico e materiale, omissione di atti d’ufficio, omessa denuncia e violenza privata.

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