“I condizionamenti da parte della criminalità organizzata sono accertati, il consiglio comunale di Trinitapoli è sciolto”. Così ha deliberato ieri il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. È l’esito finale dell’indagine avviata il 29 luglio scorso da parte della commissione di accesso nominata dal Prefetto della Bat, Maurizio Valiante, per poter svolgere accertamenti mirati ed approfonditi finalizzati a verificare la sussistenza di eventuali forme di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso tali da influenzare gli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione comunale. La commissione ha lavorato prima per tre mesi ed è poi stata autorizzata a prorogare i tempi di indagine per altri tre mesi chiudendo gli approfondimenti il 29 gennaio. La decisione è arrivata ieri in tempi tutto sommato celeri rispetto alle procedure previste. La documentazione esaminata si riferisce al periodo compreso tra il giugno 2016, quando fu confermato sindaco l’avvocato Francesco Di Feo e i primi dieci mesi dell’amministrazione guidata da Emanuele Losapio che è quella che cade in seguito alla delibera del Consiglio dei Ministri. Ciò che si attende ora è la relazione della commissione di accesso, elemento necessario per comprendere quali siano i fatti che si afferma essere accertati: che, dalle indiscrezioni circolate in questi mesi, pare riguardino la precedente amministrazione ma non è chiaro se tocchino la parte amministrativa dell’ente comunale o quella politica o entrambe: fino ad ora infatti i due ex sindaci non sarebbero stati raggiunti da alcun avviso di garanzia. Sul tema ci va coi piedi di piombo anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, partito con cui è stato candidato l’ex sindaco Di Feo e in cui ha lungamente militato anche Losapio. Meloni risponde così alla nostra domanda sulla vicenda.