Ultime battute di fine legislatura per il Consiglio regionale pugliese, che ieri ha respinto all’unanimità l’emendamento che puntava a reintrodurre la liquidazione per i consiglieri regionali. La proposta, presentata da Paolo Scalera del gruppo La Puglia Domani — e poi da lui stesso definita una “provocazione” — mirava a ripristinare l’assegno di fine mandato, abolito nel 2012. Bloccata sul nascere la richiesta di voto segreto, l’aula si è espressa con chiarezza: 35 voti contrari su 35. Se approvato, il provvedimento avrebbe garantito un mese di liquidazione per ogni anno di mandato, per un totale di circa 50mila euro a consigliere.Scalera, che ha votato contro il proprio emendamento, ha spiegato di averlo presentato per “stanare il centrosinistra”, che in passato aveva proposto in più occasioni di reintrodurre il TFM. Soddisfatto il presidente Michele Emiliano, che ha sottolineato come la Regione abbia agito nel pieno rispetto del mandato popolare: «Scelte come il TFM — ha dichiarato — non sarebbero state comprese né condivise dai cittadini». Via libera, invece, a una nuova legge per la salute pubblica. L’assessore al Bilancio Fabiano Amati ha spiegato come l’obiettivo sia di debellare il virus dell’epatite C in pochi anni. La norma prevede l’obbligo di proporre il test a tutti i pugliesi nati prima del 1989, ogni volta che si effettuano esami del sangue, per individuare i casi sommersi e curarli. Approvato anche il disegno di legge sui debiti fuori bilancio, arricchito da numerosi emendamenti. Tra questi, uno firmato dall’assessore Gianfranco Lopane che incrementa il fondo per le attività culturali regionali, trasferendo risorse da altri capitoli del bilancio 2025, tra cui i 100mila euro destinati alla valorizzazione di Canne della Battaglia e i 500mila euro previsti per il brand territoriale “Costa Sveva”. La seduta del Consiglio si è conclusa per mancanza di numero legale. I lavori sono ripresi oggi, nel primo pomeriggio, per la discussione dei restanti punti all’ordine del giorno.
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