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PoliticaPRIMOPIANO

PUGLIA | Conto più salato del previsto per l’assegno di fine mandato ai consiglieri regionali

I primi calcoli fatti degli uffici della Regione restituiscono un conto più salato del previsto per pagare il resuscitato assegno di fine mandato ai consiglieri pugliesi. L’autoregalo che il parlamentino regionale si è fatto nell’ultima seduta prima delle vacanze, senza discussione in aula e agganciandolo al riconoscimento di alcuni debiti, ammonterebbe ad una cifra di almeno 5 milioni e duecentomila euro, e non a 4 milioni come calcolato dalle testate giornalistiche che si sono occupate della vicenda. Che ha creato scandalo ma non al punto di indurre i consiglieri regionali ad un ripensamento: come abbiamo già avuto modo di raccontare, il presidente Emiliano, assente al momento del voto e non informato del blitz preparato dai capigruppo, ha tentato di convincere i consiglieri a tornare sui propri passi e votare una norma soppressiva dell’assegno di fine mandato. La pioggia di no ricevuti, ha imposto al presidente un tentativo presso i livelli nazionali chiedendo che fosse il Governo ad intervenire per eliminare il privilegio: “Non si può fare” avrebbe risposto Maria Stella Gelmini, Ministro per gli affari regionali che ha scelto proprio la Puglia per le sue vacanze. E chissà se quello del trattamento di fine mandato è uno degli argomenti trattati sul bagnasciuga del Togo Bay, il lido di Porto Cesareo dove si sono incontrati il giorno di Ferragosto il presidente Emiliano, l’ex Ministro per gli affari regionali Boccia e il Ministro degli esteri Di Maio, quest’ultimo particolarmente toccato dalla vicenda considerato che è un tema che ha segnato la definitiva spaccatura tra i consiglieri regionali pentastellati Di Bari, Casili, Barone, Galante, con la ex candidata presidente Antonella Laricchia: assente e tenuta all’oscuro della decisione dei colleghi di partito di votare a favore al ripristino dell’assegno che per tutti varrà circa 71mila euro, è l’unica ad aver annunciato che vi rinuncerà in coerenza con le battaglie storiche del movimento ma anche in coerenza con quelle più recenti: nel giugno 2020 il consiglio regionale aveva fatto un altro tentativo di riesumare il privilegio e i cinquestelle avevano denunciato la mossa promettendo di dare battaglia.

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