La toppa peggio del buco. Il detto popolare ci viene in soccorso per commentare le dichiarazioni rilasciate all’ansa dalla capogruppo dei 5 stelle in Regione Grazia Di Bari. È stata lei a firmare, per i pentastellati, l’emendamento per articolo aggiunto che ha resuscitato l’assegno di fine mandato per i consiglieri regionali tutti. Nelle sue dichiarazioni la Di Bari ha detto che, con il suo gruppo, si farà portatrice di una “mozione che impegni il presidente Emiliano a sollecitare Draghi ad abrogare il trattamento di fine mandato a livello nazionale”. Praticamente, o ci rinunciano tutti o nessuno. “Se l’istituto è illegittimo in Puglia lo è per tutta Italia” prosegue la Di Bari che però, da avvocato qual è, dovrebbe sapere molto bene che il provvedimento è legittimissimo. Ma come lo definiva lei stessa in campagna elettorale “è immorale”
L’assegno di fine mandato è quindi legittimo ma, stando a quanto dichiarava la Di Bari, immorale. Di veramente immorale c’è invece il modo in cui è stato infilato tra le pieghe del riconoscimento di un debito che nulla aveva a che fare con i costi della politica, l’articolo che ha ripristinato l’assegno ai consiglieri regionali. Di veramente immorale c’è che per tale approvazione non vi sia stata nessuna discussione in consiglio. Di veramente immorale c’è che sia stato fatto nell’ultima seduta prima delle vacanze magari sperando che nessuno si accorgesse del ripristino del privilegio. Di veramente immorale c’è che l’efficacia dell’assegno è retroattiva e questo consentirà di far maturare il credito per ciascun consigliere dal primo gennaio 2013. Di immorale c’è il mezzo gaudio che cerca di procurarsi facendo mal comune. Il consiglio regionale è un ente che legifera e può decidere per sé, senza che arrivi il Draghi di turno a convincere tutti a rinunciare all’assegno. La candidata presidente che meno di un anno fa Grazia di Bari e tutto il gruppo 5 stelle sosteneva, Antonella Laricchia, ha già dichiarato di aver pronto un atto per revocare l’assegno. Basterà seguire la persona che ci proponevano come presidente.