“Una deriva populista e sovranista”: così vengono giudicate da Forza Italia Andria le nomine dei vertici del partito nella città federiciana che stanno per essere formalizzate. La sezione sarebbe stata commissariata e per farlo è stato scelto il nome di Francesco Lullo, ex consigliere comunale che criticava i bilanci dell’amministrazione Giorgino fino a quando non è stato nominato assessore al bilancio: incarico che ha ricoperto lavorando sulla redazione di quel piano di pre dissesto che sarebbe stato l’ultimo atto dell’amministrazione di centrodestra. Da civico di centrodestra, Lullo ha prima aderito ai Conservatori e Riformisti di Fitto da cui fu espulso, poi si è candidato nella Lega di Salvini ed ora approda a Forza Italia. Il suo vice sarà Vincenzo Cassano, salviniano della prima ora che entrò in conflitto con la guida leghista affidata ad Andria proprio a Giorgino che è uno dei motivi per cui decise di candidarsi, nel 2020, nella coalizione civica che aveva espresso la candidatura a sindaco di Nino Marmo contro quello che veniva definito il centrodestra tradizionale. L’operazione del commissariamento di Forza Italia Andria avrebbe la regia barlettana del segretario provinciale Marcello Lanotte che, dopo il successo elettorale del centrodestra che ha proclamato il dottor Mino Cannito sindaco, è stato eletto presidente del consiglio comunale di Barletta. Ma la brusca accelerata sarebbe diretta conseguenza dell’indizione delle elezioni politiche: Lanotte è uno dei possibili candidati del partito di Berlusconi e il commissariamento sarebbe finalizzato a far entrare in Forza Italia il consigliere comunale di Andria, eletto nella lista civica Scamarcio Sindaco e poi dichiaratosi indipendente per divergenze proprio con Scamarcio, Nicola Civita: con una dote di 736 voti rafforza le aspirazioni parlamentari di Lanotte. Che secondo la capogruppo di forza italia andria Donatella Fracchiolla e i giovani forzisti guidati da Gaetano Scamarcio, sopprimendo il dialogo e calando decisioni non condivise starebbe portando il partito dei moderati ad una deriva sovranista e populista. Per questo avvisano di aver avviato un periodo di riflessione che potrebbe culminare, dicono velatamente, in un abbandono degli azzurri.
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