Sguardi felici, sorrisi, generosità e tanta innocenza. Dietro questo, però, si celano molto spesso racconti di bambini che probabilmente sono nati in una parte del pianeta ancora tanto lontana da una idea di vita dignitosa.
E a raccontarcelo è Alessandro Tesse, giovane andriese di rientro da una esperienza di volontariato in Cambogia. Alessandro ha trascorso 11 giorni a Siem Reap, in una struttura che al momento accoglie 25 bambini cambogiani offrendo loro cibo, un posto per dormire e lezioni di inglese.
Un centro di volontariato che cerca di garantire una esistenza “normale” per i più piccoli della zona offrendo loro quanto hanno bisogno. E in questi giorni Alessandro ha potuto toccare con mano la situazione di degrado in cui la popolazione di quei luoghi è costretta a vivere.
«Molti bambini non hanno una famiglia, o se ce l’hanno non può permettersi di mantenerli. Alcuni hanno storie di maltrattamenti alle spalle. Tutti noi conosciamo le pessime condizioni in cui una parte della popolazione mondiale vive, ma posso garantirvi che vedere con i propri occhi è totalmente diverso» – questo il racconto di Alessandro.
Una esperienza sicuramente di crescita e formazione personale, ma anche di servizio e aiuto verso il prossimo. Durante la settimana a Siem Reap, Alessandro ha affiancato l’insegnante con lezioni di inglese trascorrendo l’intera giornata con i bambini che vivono in struttura. Lezioni che costituiscono un motivo di speranza per i più piccoli, una possibilità per costruire un futuro migliore.
«Quasi nessuno di loro al momento è capace di sostenere una conversazione in inglese. Comunque per loro basta un abbraccio, un sorriso». Un rapporto basato anche solo su un sorriso ed uno sguardo di una persona che si prende cura di loro, una presenza che tanti bambini purtroppo non hanno mai vissuto a causa dell’estrema povertà e corruzione ai vertici del Paese dove anche un lavoro non permette di vivere degnamente.
«Quello che mi porto a casa sono gli abbracci dei bambini e il dispiacere di doverli lasciare. A quell’età hanno bisogno di relazioni stabili, vedere andar via noi volontari può essere doloroso» – ha sottolineato Alessandro. «Nonostante la situazione in cui vivono però, a loro non manca mai il sorriso, sono bambini estremamente generosi e altruisti, sempre pronti ad aiutare o ad offrirti l’unica briciola di cibo che hanno».
Un’esperienza ormai giunta al termine ma che Alessandro, insieme ad altri volontari, ha scelto di continuare in altro modo organizzando una raccolta fondi per la scuola- orfanotrofio che in questo momento sta facendo fatica a coprire il fabbisogno economico per le spese.
Di seguito il link per la raccolta fondi: https://gofund.me/07c2970b




