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Femminicidio ad Andria, l’importanza del “Codice Rosa” nei pronto soccorso: nella ASL BT percorsi protetti recepiti nel 2018

La morte della 42enne Enza Angrisano ad Andria per mano di suo marito ha riportato con drammatica attualità il tema della prevenzione. Una prevenzione nei comportamenti che deve avvenire in primis tra le mura domestiche ma anche in situazioni particolari come l’accesso ai pronto soccorso così come accaduto alla stessa Enza Angrisano. La donna, infatti, cinque giorni prima dell’aggressione mortale da parte del marito 51enne, è stata in ospedale a Barletta per farsi medicare ferite riportate a causa di un’altra aggressione sempre del coniuge. Una circostanza che è emersa tuttavia successivamente all’accesso in Pronto Soccorso ma contenuta già in un audio che la stessa Enza ha inviato a suoi conoscenti ed in cui spiegava la natura del maltrattamento subito e la voglia di esser il meno possibile tra le mura di casa.

Le richieste d’aiuto spesso sono sottaciute quando si arriva in Pronto Soccorso ed è per questo che è nato il cosiddetto Codice Rosa che nella ASL BT è stato recepito ad ottobre del 2018 con una deliberazione dell’allora Direttore Generale Alessandro Delle Donne, dopo l’approvazione della legge 208 del 2015 e le successive linee guida nazionali arrivate a novembre del 2017. La legge ha istituito dei percorsi di tutela delle vittime di violenza con un intervento integrato nel trattamento delle conseguenze psicofisiche della violenza in particolare dell’uomo sulla donna. Obiettivo del codice rosa è quello di riuscire ad intercettare un eventuale maltrattamento già al momento del triage di accesso, per esempio, ad un pronto soccorso creando poi dei percorsi sicuri e riservati grazie anche all’attivazione di un team multidisciplinare già nominato. Un percorso, come spiegava la ASL BT, con una presa in carica del paziente entro 20 minuti dall’accesso in PS.

L’attivazione del codice rosa prevede, tra le altre cose, anche una dimissione dal Pronto Soccorso con una rilevazione del rischio che permette l’eventuale decisione di ritorno al proprio domicilio od in una casa rifugio nei casi più gravi.

Un servizio essenziale riportato all’attenzione dell’opinione pubblica anche dopo quanto accaduto ad Enza Angrisano con la speranza che questi atti possano esser sempre più precocemente intercettati.

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