Risale a martedì della scorsa settimana il nuovo ritrovamento di armi da parte della Squadra Mobile di Bari nell’ambito delle indagini coordinate dalla Dda di Lecce sull’ex gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis. Il ritrovamento a Ruvo di Puglia all’interno di un box di pertinenza di una abitazione alla periferia della città nella disponibilità del Caporalmaggiore dell’Esercito Antonio Serafino finito nell’inchiesta assieme all’imprenditore andriese Antonio Tannoia. Entrambi sono tuttora detenuti in carcere. Il militare, in particolare, sarebbe ritenuto dagli inquirenti il fornitore di armi dell’ex gip De Benedictis. Dopo la nuova scoperta di fucili e pistole tutti senza matricola, il sottoufficiale dell’esercito ha deciso di rispondere, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, alle domande dei pm Alessandro Prontera e Roberta Licci che hanno però secretato il verbale.
Il ritrovamento delle nuove armi arriva dopo la scoperta di un vero e proprio arsenale all’interno di una villa alla periferia di Andria di proprietà di Tannoia. In una cassetta rossa militare nel box di Ruvo sono state rinvenute pistole, fucili, lancia razzi, munizioni, penna-pistola ma anche sciabole e una baionetta. L’indagine sull’arsenale proseguirà nelle prossime settimane per comprendere con precisione innanzitutto se le armi siano mai state utilizzate. Poi c’è da comprendere la reale provenienza di queste armi ed eventuali altri fiancheggiatori. L’indagine sulle armi non è certamente secondaria, secondo gli inquirenti, rispetto allo scandalo che riguarda direttamente le presunte tangenti all’ex gip De Benedictis. Le armi potrebbero infatti essere uno dei motivi che hanno spinto l’ormai ex magistrato a fare favori alla criminalità organizzata in cambio di denaro.
Le intercettazioni della Dda di Bari sono state fondamentali per consentire i ritrovamenti dell’imponente arsenale che gli inquirenti hanno definito uno dei più importanti mai scoperti in Italia.