Consapevolezza degli errori fatti in sede di allestimento della squadra, rammarico per la sfortuna legata agli infortuni di Diaw, Maiello e Menez, definite «pedine fondamentali» per i piani tattici del Bari, dispiacere per il clima di contestazione che si è creato intorno alla proprietà. Pillole di Luigi De Laurentiis, presidente del Bari, nel corso di un incontro informale con la stampa in un hotel alla periferia del capoluogo pugliese per lo scambio di auguri di Natale. Niente microfoni e telecamere, questa la decisione presa dal numero uno del club biancorosso, con via libera alle domande a patto di riportarne il contenuto senza filmare e registrare.
Tra i temi sul tavolo, inevitabilmente, c’è il rendimento della squadra, oggi a metà classifica con 21 punti a +4 sui playout e -6 dai playoff. «Abbiamo commesso degli errori ma siamo stati anche sfortunati» è la sintesi del De Laurentiis pensiero. A monte c’è la valutazione errata delle qualità tecniche di qualche giocatore ma anche un freno mentale che il presidente individua con un esempio: «In allenamento – dice – i dati registrati dal punto di vista atletico ci raccontano che la squadra sta bene, il problema è che fanno fatica a replicare questo rendimento in partita». De Laurentiis ammette di aver portato nello spogliatoio esempi di nobili decadute della scorsa stagione come Benevento e Spal per spronare la squadra e blinda anche Marino in panchina: la posizione dell’allenatore siciliano non passa per le partite contro Cosenza e Sampdoria, in programma tra il 23 dicembre e Santo Stefano. Sul mercato gli obiettivi sono delineati: un attaccante e un play sono le priorità assolute, mentre chi non ha reso potrebbe partire. E questo discorso comprende anche alcune prime scelte della campagna estiva.
A proposito di calciomercato, LDL è tornato anche sulle cifre delle cessioni al Napoli di Cheddira e Caprile in estate: «Il bilancio del Bari è pubblico, l’anno scorso è costato 24 milioni. Tra Napoli e Bari c’è la stessa proprietà e per questo abbiamo messo un perito a fare la valutazione del cartellino». Che però resta ancora sconosciuta e sarà nota attraverso il bilancio. L’obiettivo sul campo resta quello dei playoff, quello fuori è di dar vita a un Bari sostenibile seguendo i modelli di Napoli e Atalanta. Capitolo società: negati contatti con gruppi imprenditoriali italiani, non quelli con gli States. Il modello, se non ci saranno novità sulla questione multiproprietà. «Magari qualcuno può affiancarci in minoranza e poi subentrare, pensate al Pisa» l’indicazione che arriva dal numero 1 del club. Spazio anche alla contestazione della piazza, diventata più evidente nelle ultime settimane: «Non avere il supporto del tifoso di certo non fa bene ai giocatori – spiega – non vogliamo certo retrocedere».