“Imprenditori locali, liberate il Barletta Calcio”. Un messaggio esplicito rivolto ai profili interessati al club e a una parte dell’attuale dirigenza. Lo ha firmato la tifoseria organizzata biancorossa, esponendolo su uno striscione ben visibile all’ingresso del sottovia Alvisi, uno dei punti più trafficati della città della Disfida. Eloquente il doppio intento: da una parte chiedere chiarezza e trasparenza alle parti coinvolte nella definizione del futuro societario biancorosso a poco più di una settimana dal termine della stagione 2022/23, chiusa con il quarto posto e il ko in semifinale playoff per mano del Nardò, club poi vincitore degli spareggi grazie al blitz sul campo della Cavese in finale. Dall’altro lato c’è la volontà di fare dell’avvenire della squadra di calcio un tema sul tavolo della città, e non solo dei tifosi che quest’anno più che mai hanno portato il Puttilli, per numeri registrati sugli spalti e passione trasmessa, all’onore delle cronache nazionali.
Chiarezza: quel focus che la società non ha certo contribuito a fare con la scelta di indire un silenzio stampa a pochi giorni dal fischio finale della stagione. Decisione che ha fatto discutere anche nelle stanze dei bottoni: ne sono una dimostrazione prima la scelta del vicepresidente Francesco Divittorio di dissociarsi apertamente dalla comunicazione e poi le parole affidate a un gruppo Facebook dal direttore generale Beppe Iannone. “Presidente e vicepresidente – le sue precisazioni – hanno spiegato che il Barletta è un bene comune e non è ostaggio di nessuno. Sempre i massimi dirigenti hanno detto che la società Asd Barletta 1922 è a disposizione gratuitamente di eventuali pretendenti che hanno tutte le carte per poter far fare alla squadra un campionato importante. Sicuramente – la conclusione -non abbiamo brillato in comunicazione e sicuramente sono stati fatti degli errori ma penso che ognuno ha agito in buona fede pensando di far bene. Cerchiamo di essere fiduciosi”. Mea culpa e appelli alla calma al tempo stesso. Intanto qualcosa si muove: è in corso un dialogo con una cordata che annovera imprenditori locali che già in passato, in particolare ai tempi dell’Eccellenza, hanno fatto parte in maniera attiva e con contributi economici sostanziosi della ripartenza del Barletta. Non è da escludere che possano essere supportati da alcuni volti già presenti in dirigenza, intenzionati a restare nella causa biancorossa a patto che si cambi registro. Ogni scelta dal punto di vista tecnico, dalle conferme dei giocatori al futuro dell’allenatore – quello di Farina si allontana da Barletta man mano che passano i giorni – è condizionata dall’aspetto societario. Con la richiesta di chiarezza, che arriva dall’esterno ma sembra essere presente anche all’interno.