Sono circa una quindicina e sono accampati in capannoni abbandonati alla periferia della città di Andria nei pressi di via Castel del Monte. Un ghetto, almeno così lo ha definito la FLAI CGIL della BAT che ha voluto denunciare sin da subito quello che potrà essere un insediamento molto più vasto nelle prossime settimane.
Condizioni di vista disumane già sperimentate ad Andria con un altro ghetto quello della tendopoli di via Monte Faraone per cui a marzo del 2016 vi fu una operazione di forza con la completa rimozione. Circa 100 gli immigrati che in quel contesto furono accompagnati in altri centri, ma il problema resta ed è più che reale. La stagionalità della raccolta nelle campagne porta in estate ed in autunno migliaia di lavoratori immigrati spesso sfruttati, sottopagati e senza alloggi. Negli elenchi anagrafici 2021 pubblicati dall’Inps lo scorso 31 marzo, nella Bat risultano iscritti 2817 lavoratori stranieri, a cui si va ad aggiungere durante le campagne di raccolta qualche migliaio di invisibili, che invisibili difatti non lo sono. La difficoltà di integrazione è causa spesso di grandi problemi anche di ordine pubblico. Ma non mancano gli esempi virtuosi come, per esempio, il campo prefabbricato allestito a Nardò da Regione Puglia e comune salentino in cui i migranti possono trovare un alloggio, bagni, docce ed assistenza. Il no della FLAI CGIL ai ghetti è stato ulteriormente esplicitato dal segretario generale della BAT Gaetano Riglietti che denuncia anche la mancanza di lungimiranza da parte di alcuni comuni della provincia come Andria che non ha presentato progetti per il superamento del problema alloggi e caporalato in agricoltura nonostante vi siano molti milioni di euro, 114 per la precisione rivenienti dal Pnrr, a disposizione degli enti.
Nel frattempo i migranti si organizzano e si riparano in quei capannoni abbandonati per avere un tetto sulla testa tra sporcizia e condizioni igienico sanitarie complicate. Ma tra i teloni blu spunta anche una telecamerina probabilmente per monitorare e difendere anche quel piccolo e tremendo spazio coperto sopra la testa.