La sua opera più significativa resta Santa Maria del Monte, la chiesa ai piedi del castello federiciano nel territorio di Andria ma, a quei tempi, luogo lontano dalle vivaci comunità di Andria, Corato e Minervino, le più vicine a castel del monte. Ma don Vincenzo Labriola non ebbe solo il merito di convincere la famiglia Ricciardi a finanziarne la realizzazione per dare un senso positivo ad una tragedia che li aveva profondamente feriti. Fece vivere quella chiesa e la comunità che le stava nascendo attorno con tante iniziative, idee, spesso puntanto sulla giocosità. Diciassette anni fa, il 9 novembre del 2006, di ritorno da un periodo di ritiro spirituale, in un tragico incidente automobilistico avvenuto sull’autostrada nei pressi di Bologna, morirono 4 preti: don Michele Di Maggio,70 anni, originario di Spinazzola, don Giuseppe Fensore, 66 anni, parroco a Foggiano di Melfi (PZ), don Giovanni D’Aulerio, 59 anni, parroco a Petacciato(CB) e don vincenzo Labriola, 73enne parroco ad Andria.
Il parroco del sorriso, con questa definizione fu ricordato alle esequie tenute nella chiesa della Santissima Trinità e officiate dall’allora Vescovo Monsignor Raffaele Calabro. Ma in quella occasione si unì tutta la comunità cittadina: vollero essere presenti tutti i preti del territorio, le istituzioni, le famiglie più importanti e che hanno segnato la storia di Andria, le persone più umili che in Don Vincenzo avevano trovato non solo un parroco ma anche una guida, un aiuto, talvolta uno psicologo, spesso un pedagogo. Negli ultimi anni di vita aveva persino ravvivato una piccola chiesetta di quella che allora era una zona di periferia, La madonna di Guadalupe. In precedenza aveva guidato la comunità della chiesa Madonna della Quercia. In ogni passaggio della sua vita sacerdotale ha lasciato un segno tangibile ma soprattutto un indelebile ricordo nella memoria di chi lo ha conosciuto