Si difende l’infermiere accusato dalla Procura di Foggia di aver somministrato dosi letali di un farmaco a 16 pazienti di un hospice di Torremaggiore, deceduti tra novembre 2022 ed il febbraio scorso. Lo fa attraverso il suo legale, Luigi Marinelli, che ha chiarito la posizione dell’uomo, un 55enne, adesso trasferito dalla Asl presso un altro ambulatorio della provincia di Foggia.
“Il capo di imputazione non è stato neanche, in via provvisoria, formulato dal pubblico ministero ma vi è soltanto la contestazione del capo di imputazione, ovvero omicidio volontario continuato”, ha chiarito l’avvocato.
Sulla vicenda è in corso un’indagine, coordinata dalla magistratura foggiana, che ha disposto la riesumazione delle salme dei 16 degenti, al fine di effettuare le autopsie sui cadaveri. Si cercano tracce di Midazolam, una benzodiazepina ad azione molto rapida, utilizzata come sedativo, e che potrebbe aver avuto una correlazione con il decesso dei pazienti oncologici ricoverati nell’hospice.
Alla domanda se avesse somministrato dosi superiori del farmaco, il legale dell’infermiere ha precisato che il suo assistito ha sempre rispettato il foglio unico di terapia, attenendosi quindi alle prescrizioni del medico.
L’uomo, infermiere dal 1997, lavorava a Torremaggiore dal 2021. Attualmente non ha più contatti con malati terminali.