Cronaca

Finte residenze in Italia per ottenere il Reddito di Cittadinanza, scoperti a Bari 511 “furbetti”. Indagato un tabaccaio

Attraverso delle autocertificazioni, dichiaravano di essere residenti in Italia, con l’obiettivo di incassare illecitamente il Reddito di Cittadinanza. È la maxi truffa scoperta, a seguito di una serie di controlli, dai finanzieri del Nucleo Operativo Metropolitano di Bari.

A metterla in atto, 511 cittadini di nazionalità rumena, che avrebbero sottratto complessivamente alle casse dello Stato la somma di 1 milione e 100mila euro. Ma a finire nei guai è stato anche il titolare di una tabaccheria di Bari, indagato con l’accusa di riciclaggio.

In base a quanto emerso nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura del capoluogo, i “furbetti smascherati dalle Fiamme Gialle” avrebbero richiesto all’Agenzia delle Entrate l’assegnazione del codice fiscale, durante il biennio 2019-2020, in modo da poter presentare la cosiddetta Dichiarazione Sostitutiva Unica e ricevere la rispettiva attestazione ISEE, documenti propedeutici alla richiesta del Reddito di Cittadinanza.

L’attività investigativa ha permesso di risalire anche al dipendente di un CAF, il Centro di Assistenza Fiscale, con sede a Bari, che avrebbe provveduto ad inoltrare, per conto dei cittadini rumeni, la quasi totalità delle domande utili ad ottenere il sussidio statale.

Un ruolo importante nel meccanismo della truffa era quello ricoperto dal proprietario di una rivendita di tabacchi del capoluogo. In base a quanto scoperto dai militari l’uomo, mediante l’esecuzione di operazioni finanziarie fraudolente, connesse ad acquisti simulati, avrebbe permesso a 307 dei cittadini rumeni di monetizzare le somme percepite indebitamente dall’INPS come Reddito di Cittadinanza”. In questo modo era possibile ostacolare il lavoro degli investigatori, rendendo più difficile risalire ai profitti illeciti.

Su ordine del gip del Tribunale di Bari, al titolare della tabaccheria sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 465mila euro.

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