Avrebbe pilotato nomine e incarichi al Tribunale Fallimentare di Lecce, abusando della sua posizione di magistrato, in cambio di regali come preziosi, vacanze, feste, e non solo. E’ stato arrestato questa mattina il magistrato pugliese Pietro Errede, 57 anni, fino a poco tempo fa in servizio presso la sezione fallimentare del Tribunale di Lecce, ed ora giudice in attività a Bologna. Errede è finito ai domiciliari insieme ad altri quattro professionisti salentini che secondo l’accusa beneficiavano degli incarichi dati dal magistrato: l’avvocato Alberto Russi, 54 anni, in passato consigliere comunale di Lecce; e tre i commercialisti Massimo Bellantone, Marcello Paglialunga ed Emanuele Liaci. L’inchiesta è coordinata della Procura di Potenza. Le misure cautelari sono state eseguite dalla Guardia di Finanza, mentre sono complessivamente dieci gli indagati. Il magistrato Errede era già indagato nel procedimento per corruzione e turbativa d’asta. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari, turbata libertà degli incanti, tentata concussione. Contestata anche una presunta interferenza in un’asta giudiziaria in cambio di favori. L’inchiesta è partita lo scorso anno dopo un esposto anonimo riguardante un giro di nomine e incarichi pilotati al Tribunale fallimentare di Lecce. Sempre secondo le indagini, l’avv. Russi e il commercialista Bellantone in un’occasione avrebbero agito all’insaputa del giudice Errede chiedendo alle aziende che erano sottoposte ad amministrazione giudiziaria 20mila per un Rolex già acquistato da magistrato ma ad un prezzo inferiore. Soldi che comunque non sarebbero mai stati consegnati a Errede. Tra gli atri indagati a piede libero ci sarebbero un altro magistrato in servizio nel Tribunale del capoluogo salentino e due avvocati, uno del Foro di lecce e l’altro di Roma. Le indagini sono state supportate dalle testimonianze di persone offese, intercettazioni ed perquisizioni di documenti ufficiali. Il gip di Potenza ha ritenuto di non procedere per altri episodi di corruzione ma la stessa Procura ha già annunciato ricorso perché ci sarebbero ulteriori elementi che dimostrerebbero il sistema illecito.
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