Svolta nelle indagini sull’omicidio di Cosimo Nardelli, il 61enne pregiudicato ucciso a colpi di pistola, il 26 maggio scorso, nel centro di Taranto. Nelle ultime ore, la Polizia di Stato ha fermato quattro persone, ritenute responsabili dell’agguato mortale, avvenuto in via Cugini.
Tra i fermati c’è anche il fratello della vittima, Tiziano Nardelli, di 50 anni, sospettato di essere il mandante del delitto assieme a Paolo Vuto, di 45. Destinatari del provvedimento anche il figlio ed il nipote di quest’ultimo, Cristian Aldo Vuto e Francesco Vuto, di 20 e 23 anni.
L’operazione è stata eseguita dagli agenti della Squadra Mobile, nell’ambito delle indagini coordinate dai pubblici ministeri Milto Stefano De Nozza della DDA di Lecce, e Francesco Sansobrino della Procura di Taranto.
Cosimo Nardelli, detto Mimmo, venne ucciso sotto casa con due colpi di pistola all’addome. A premere il grilletto, secondo quanto ricostruito nel corso dell’attività investigativa, sarebbe stato Cristian Aldo Vuto, mentre il cugino Francesco era alla guida dello scooter con il quale i due avevano raggiunto il luogo dell’omicidio.
Il movente, secondo gli inquirenti, sarebbe da ricercare nei contrasti legati alla gestione di un’azienda agricola.
Cosimo Nardelli era tornato in libertà nell’agosto del 2022, dopo aver scontato una condanna a 17 anni di carcere per concorso nell’omicidio di Alessandro Cimoli, di 27 anni, ucciso a coltellate il 31 agosto 2006 nei pressi di una masseria abbandonata, nelle campagne tra Faggiano e Talsano, nel Tarantino.
Due dei destinatari dei provvedimenti odierni, Cristian Aldo Vuto e Francesco Vuto, sono inoltre accusati, assieme ad un quinto fermato, il 23enne di origini albanesi Ramazan Kasli, del tentato omicidio di Cristian Troia, ferito con un colpo di pistola alla gamba, la notte tra il 12 ed il 13 aprile scorsi, in piazza Pio XII.
La punizione per aver chattato con l’ex fidanzata di uno degli indagati.